Didattica Alternativa: Emigrazione ed Immigrazione Attraverso le Canzoni del Principe

Ho sempre creduto che le canzoni, non tutte, ovviamente, custodissero una buona dose di poesia e che alcune, in particolare, fossero poesie vere e proprie.

Per questo, negli anni di insegnamento di materie letterarie nella secondaria di primo grado, ho sempre utilizzato dei testi in musica come strumenti didattici finalizzati all’approccio al mondo dei poeti. Ho sempre amato quella musica di nicchia dei cantautori italiani, quelli, per intenderci, che con le canzoni raccontano storie, dipingono quadri, scattano fotografie vere o verosimili del mondo.

Crescere “a pane e parole”, inoltre, mi ha consentito, spesso, di farmi capire più facilmente dalla gente e, nel mio lavoro, dai ragazzi che ho incontrato sulla mia strada.

Quest’anno, ho due terze. L’una è completamente diversa dall’altra. In tutte e due, insegno storia e geografia, in una sola, anche italiano. Con entrambe, ho intrapreso un percorso storico-geografico sul tema dell’emigrazione/immigrazione.

Il mio obiettivo principale era quello di far comprendere ai ragazzi che l’immigrazione che, oggi, ci coinvolge così da vicino, vedendoci protagonisti di quell’accoglienza che dovremmo, civilmente, mettere in atto, nei confronti degli stranieri che vengono a vivere nel nostro paese, è un fenomeno che, storicamente, ha interessato anche altre aree geografiche e, in particolare, ha visto direttamente coinvolti “al contrario” gli stessi italiani, quelli che, con le loro valige di cartone, si spostavano, in quella “croce di novecento”, verso terre straniere e sconosciute, in cerca di fortuna, lavoro, possibilità.

I miei alunni vivono in paesi di mille, duemila anime. Alcuni sono abituati a credere che il mondo si fermi all’ultima fermata del bus che li conduce, neanche troppo frequentemente, verso il capoluogo di regione, una regione talmente piccola che, per i più, sembra addirittura non esistere. Tuttavia, esiste per gli immigrati. Esiste perché, in questa landa desolata, ci sono paesi che ospitano tanti di loro, non senza difficoltà e pregiudizi.

Ed ecco il nodo della questione: bisognava creare un raccordo tra ieri ed oggi.

Didattica alternativa

Foto di Chiara Di Marco

Didattica alternativa: coinvolgere e commuovere gli studenti con una realtà che non vedono

Francesco De Gregori è un cantautore italiano. Tra le sue composizioni, a mio parere, meglio riuscite, ce n’è una che racconta le pagine di una storia non troppo lontana. La “trilogia del Titanic” è l’insieme di tre canzoni:

TITANIC

I MUSCOLI DEL CAPITANO

L’ABBIGLIAMENTO DI UN FUOCHISTA

racchiuse in un album del 1982 che prende il nome proprio dal celebre transatlantico. Ad una lettura attenta e filologica, si può osservare la storia da punti di vista estremamente differenti.

Si passa dalla rassegna dei personaggi che intraprendono il viaggio, nella prima delle tre canzoni – la gente della prima classe che si accinge ad un viaggio di piacere e quella della terza che spera in un futuro migliore -, al ruolo del capitano, descritto, insieme alla sua nave, con toni e colori che ricordano atmosfere futuristiche, che attraversa l’oceano incurante del pericolo, al personaggio del fuochista, analizzato attraverso il commuovente dialogo tra questi e sua madre, all’inizio del viaggio.

Queste tre canzoni rappresentano dei veri e propri documenti storico-letterari. È partendo da essi che abbiamo iniziato ad introdurre il tema, dopo aver testato, attraverso un brainstorming, le pre-conoscenze dei ragazzi circa i flussi migratori.

Durante il percorso, poi, ci è venuta in soccorso un’altra canzone, “LA RAGAZZA E LA MINIERA“.

È una “poesia” poco conosciuta, sempre dello stesso autore. Descrive le condizioni di un giovane che ha deciso di abbandonare la propria casa, il proprio paese, per andare a lavorare in una miniera.

Gli studenti, a questo punto, interessati, stimolati e curiosi, hanno proposto di indagare le cause dell’emigrazione di ieri e dell’immigrazione di oggi. Abbiamo costruito gruppi di lavoro e strutturato interviste da proporre a conoscenti o parenti che avessero vissuto l’esperienza dell’emigrazione nel ‘900 e ad alcuni degli stranieri di recente immigrazione, attualmente residenti nei paesi dei ragazzi.

Il progetto è ancora in fase di realizzazione, ma, dai primissimi prodotti elaborati, ho notato il coinvolgimento di tutti gli allievi, ho toccato con mano la loro commozione nel raccontare un paio di storie di coetanei immigrati, ho letto nei loro occhi lo stupore della scoperta di storie del passato delle loro famiglie di cui non conoscevano l’esistenza.

Ho intenzione di concludere il percorso con un altro intervento musicale: questa volta, si tratterà di una canzone che racconta il presente di quei migranti che si affidano al mare per sopravvivere ad un destino di paura e morte. È sempre di De Gregori e si intitola “NATALE DI SECONDA MANO“.

Alla fine di questo lavoro, realizzeremo un video sintetico dei materiali prodotti. Le canzoni utilizzate, durante il viaggio, faranno da colonna sonora, da sfondo, anche se sono state punti di partenza, strumenti ed insieme protagoniste dell’intero lavoro.


Autore articolo
Alessandra Pernolino

Alessandra Pernolino

Insegnante

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