Il Ruolo del Libro Scolastico È Ancora Centrale?

La formazione e la didattica nelle nostre scuole è, da sempre, argomento di ampie discussioni. Non per nulla, la questione riguardante se il libro scolastico rappresenti ancora un mezzo valido a tali fini è divenuto, in special modo, un argomento sul quale, oltre che il corpo insegnante, vede coinvolti anche i genitori.

Sulla base di quanto è espresso dalla circolare riguardante le adozioni, è previsto che si possano anche scegliere dei materiali alternativi ai classici libri scolastici. A fronte di ciò, è data, quindi, la facoltà alla scuola di poter, in maniera autonoma, elaborare dei materiali che potranno essere utilizzati come i tradizionali libri di testo

L’argomento riguardante il libro scolastico è antico.

libro scolastico

Sono molte le famiglie che nel corso del tempo si sono domandate il perché fosse necessario acquistare testi nuovi riguardanti materie come, ad esempio, la storia, la geografia, la grammatica e via dicendo, visto che, nella sostanza, non è che sia cambiata né la grammatica italiana oppure la storia degli ittiti o dei romani.

Una delle questioni verte proprio il ruolo dei tanti editori di libri scolastici e dei rapporti che essi hanno con il corpo insegnante.

Nella sostanza delle cose, un genitore si trova costretto ad acquistare un libro, nuovo od usato, perché l’insegnante lo indica come libro scolastico. Ora, tanto i Fenici quanto i Romani, come pure Dante, Petrarca e Boccaccio, non possono essere raccontati in maniera diversa da editore ad editore.

Ad un figlio che si trova a frequentare una sezione diversa o uguale della stessa scuola, gli può capitare di avere un libro diverso da quello sul quale il fratello o la sorella avevano studiato, magari solo un paio d’anni prima.

Qui non è solamente una questione riguardante l’utilità o meno di un libro scolastico, visto che lo è, in altrettanta importanza, la valenza del testo stesso, come pure se sia ancora o meno centrale nella formazione e nella didattica.

Poi, visto la tecnologia, è divenuto un dibattito aperto anche l’uso o meno delle versioni dei libri digitali.

Vi è poi un aspetto che non può essere, di certo, sottovalutato.

Infatti è da più soggetti posto in discussione il fatto che possa essere pensabile, in maniera realistica, che il corpo docente possa elaborare, in maniera del tutto autonoma, il materiale didattico.

Certo, sul piatto vi sono molti interessi e varie opzioni, un tutto che deve trovare una soluzione idonea e, nel contempo, proficua per insegnanti e alunni.

In questa sorta di “epico scontro”, vi sono da registrare delle posizioni alquanto estreme.

È risultato che in una scuola a Verbania si sia decretata la morte del libro cartaceo a favore di nuove metodologie, come la flipped classroom, con la quale il tempo in classe viene ad essere utilizzato per dibattiti, esperienze collaborative, mentre il compito a casa diventa la lezione stessa.

Una scelta che lascia, tuttavia, alquanto perplessi. Ma, come dicevano gli antichi latini, “in media stat virtus”. Infatti, appare molto più percorribile una strada con la quale si possa andare a creare un tessuto connettivo tramite la rete, ove studenti, insegnanti, presidi e famiglie possano andarsi a confrontare in maniera costruttiva e non distruttiva.

In conclusione, la nostra povera scuola è un luogo che dovrebbe essere e rimanere una vera e propria fucina della cultura e dello studio.

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