Paolo Crepet: “Il Buonismo Educativo dei Genitori Ha Trasformato i Figli in Piccoli Buddha”

I casi di violenza in ambiente scolastico stanno diventando sempre più numerosi, creando un vero e proprio allarme sociale che potrebbe essere difficilmente arginabile. A dare la propria opinione ci ha pensato lo psichiatra Polo Crepet che ha ben chiari i motivi che hanno spinto i ragazzi a questo incontrollato eccesso di violenza.

Lo psichiatra non è stato per niente benevolo con le famiglie, sottolineando quanto sia sbagliato il cosiddetto “buonismo educativo”. I figli sono stati da lui definiti “Piccoli Budda” ai quali è concessa devozione totale come anche è concessa totale libertà. Le accuse continuano, puntando il dito ulteriormente contro le famiglie che si dimostrano troppo accondiscendenti verso le richieste dei figli i quali, una volta cresciuti, non sapranno gestire le prime negazioni a cui andranno incontro, scatenando una vera e propria frustrazione.

paolo crepet

I casi di estrema violenza che stanno imperversando in questi giorni andrebbero gestiti partendo dalla radice del problema, ovvero dal tessuto famigliare. La scuola, per quanto possa risultare imperfetta e con alcune carenze, non può essere sempre ritenuta responsabile, soprattutto quando si parla di cattivi comportamenti adottati dagli alunni.

Dal punto di vista dei docenti, intraprendere la strada delle denunce e del riformatorio sarebbe solo tempo perso. Sarebbe molto più produttivo un impegno costante da parte dei genitori, ammesso che questi ultimi realizzino che parte dei comportamenti nocivi adottati dai ragazzi siano anche loro responsabilità.

Paolo Crepet conclude il suo intervento con le seguenti parole : ” I genitori vanno al primo incontro di lavoro del figlio di 26 anni. Poi c’è gente che non manda i figli all’Erasmus perché fa freddo. Sono un disastro questi genitori. Non possiamo generalizzare, ma in molti casi è così.”

Parole indubbiamente forti, ma che lasciano intendere come un’eccessiva iperprotettività sia solamente nociva per i ragazzi.

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40 commenti su “Paolo Crepet: “Il Buonismo Educativo dei Genitori Ha Trasformato i Figli in Piccoli Buddha””

  1. Non è assolutamente vero… l’amore non è mai stato diseducativo! I casi di violenza o di bullismo non avvengono a causa dell’intromissione dei genitori nella vita dei figli ma a causa della mancanza della loro presenza! I ragazzi che non vengono seguiti, lasciati a sé stessi, alla mercé di modelli imposti dai media e alla stregua del web, senza la supervisione e il controllo degli adulti e di chi deve salvaguardare la loro incolumità, quelli purtroppo sono vittime della società…. quella società che non ha saputo tutelarli! Prima di puntare il dito sui genitori, ognuno si assumesse le proprie responsabilità che di colpe “ce n’è da vendere”. Crepet parla di Erasmus, di primo colloquio di lavoro(trovandolo) ma ci rendiamo conto? In tutto questo schifo c’è qualcuno che si permette di giudicare quei genitori che finalmente consapevoli del proprio ruolo si preoccupano e difendono i propri figli! Figli che per intere generazioni passate hanno subito soprusi da parte di adulti con i loro metodi educativi basati sulla violenza e sull’impossibiltà di replica. Docenti che oggi rivendicano il proprio ruolo e che in passato hanno picchiato gli alunni ritenuti “asini” senza che i genitori (allora purtroppo analfabeti) potevano replicare e che anzi avallavano le loro teorie…. è giusto così! Il maestro ha ragione! Ma quale ragione? Maestri ignoranti! Per fortuna si è arrivati alla consapevolezza che tutto ciò non va bene e per contro cosa sentiamo dire? Che c’è troppa intromissione da parte dei genitori! Che ben venga, la collaborazione non ha mai fatto male! Sapete cosa penso? Penso che la gente sia talmente presuntuosa che non accetta tutto questo. Vorrebbero tornare al passato agli errori del passato! Io sono stata piccola e ricordo che gli insegnanti usavano la bacchetta o le mani quando noi alunni commettevamo errori…. e noi? Continuavano a non capire dov’era l’errore inibiti dalle urla e dagli schiaffi. Sappiate voi insegnanti e chi è con voi che potreste anche manipolare l’informazione, potreste anche opporvi alle telecamere all’interno delle aule ma ormai noi genitori abbiamo acquisito la consapevolezza che i nostri figli non si toccano!

    • Non si parla di Amore…
      Un buon genitore, pur amando il proprio figlio, sa dire di no e non gli permette tutto.
      “Mamma posso avere una caramella?”
      “No, fra un’oretta pranziamo! ”
      Il bimbo piange, si dispera.. Le prime piccole negazioni che insegnano ad accettarle. È certamente più faticoso dire di no, ma i frutti si coglieranno più avanti!

    • Cara signora, temo non abbia capito proprio nulla del ragionamento di Crepet. Qui nessuno auspica un ritorno al passato, né tanto meno viene messa in dubbio la collaborazione fra scuola e genitori, ma solo il ruolo che i genitori hanno assunto negli ultimi anni. I figli vengono troppo spesso difesi a spada tratta dai genitori, che non si preoccupano di capire il “perché” di un richiamo, o una punizione (e nessuno parla di punizioni corporali, ovviamente), ma si scagliano in difesa dei ragazzi a prescindere.
      E che insegnamento trasmettono queste persone ai loro figli? Che qualsiasi cosa succeda loro la faranno franca, sempre, perché tanto ci sarà il papà che minacciando e anche picchiando li difenderà. Che nella vita si può sempre avere ragione anche quando si ha torto, basta sapere urlare più forte e picchiare più duro.
      Questo voler essere “amici” dei propri figli, anziché confortarli come credono molti, li confonde. Il ruolo del genitore è, IN PRIMIS, quello di EDUCARE al rispetto perché se non lo facciamo noi per primi, chi lo deve fare?
      Gli amici se li sceglieranno da soli, nel corso della vita.

    • “Ma ormai noi genitori abbiamo acquisito la consapevolezza che i nostri figli non si toccano!” Anna Fiore: “Genitori di terra, di mare e dell’aria. Genitori della rivoluzione e delle regioni. Uomini e donne d’Italia… Ascoltate!”

    • Cara signora lei parla e si contraddice, infatti sono molto d’accordo che l’educazione dei figli sia ormai delegata a chiunque tranne che si genitori, mi permetta di dirle che sono gli stessi genitori a delegata l’educazione e la formazione dei figli agli altri, posso mettere il maestro ignorante, il professore che viene tornare a metodi coercitivi, però possiamo nasconderci dietro tutte le giustificazioni che vogliano ma il fatto che i figli non siano in grado di gestire i rapporti con gli adulti e spesso con i lo stesso coetanei, è solo una responsabilità nostra. Lei può anche giustificare i giorni che alzano le mani dio fronte a una frustrazione, non avendo altri mezzi con cui combattere, ma Nikon nata questo a dirle che il fallimento sta proprio li.

    • Cara signora, lei ha ragione nel dire che l’assenza dei genitori è un vero problema, ma anche l’eccesso di amore può avere conseguenze devastanti sulla vita di un figlio. Ho 25 anni e ho molti coetanei la cui vita è stata a mio avviso rovinata da un eccesso di protezione e devozione. Una forma di amore che è in realtà possesso, controllo e soffocamento. Genitori che sarebbero capaci di giustificare qualunque comportamento dei figli, rendendoli dei veri e propri santi da venerare, spalleggiandoli in qualsiasi situazione. Questo non è educare.
      Se l’eccesso di durezza può generare dei frustrati rancorosi, l’eccesso inverso genera dei rammolliti frustrati e incapaci di affrontare la vita.
      Sono figlio di due insegnanti e i miei genitori hanno vita dura perché i genitori non fanno che mettere i bastoni fra le ruote. Nessuno ha più fiducia nell’istituzione, vogliono tutti insegnare loro come lavorare. Le posso assicurare che nel 90 per cento dei casi se un insegnante punisce o ammonisce un allievo c’è un motivo ben preciso. Nessuno dice che si deve tornare a metodi medioevali, nessuno lo vuole.

    • Infatti proprio adesso che le cose sono come dici tu, la situazione peggiora!! E poi tu chi sei per dire ciò?? Hai alle spalle anni di studi di pedagogia oppure sei il classico genitore che pensa che l’amore vince tutto? Sembri proprio uno di quei genitori che l articolo critica.

    • Anna la tua analisi è parziale la società ha le sue colpe ma i genitori sono iperprotettivi e questo non va bene.
      Io credo che non sia amore quello che muove i genitori ma pigrizia perché educare costa fatica.

    • Signora, purtroppo è questo suo pensiero che ha portato allo sbando le nuove generazioni, i colpi di bacchetta non hanno ucciso nessuno, il buonismo dei genitori di oggi invece ha distrutto l’idea di autorità e ha portato i giovani a non capire più cosa è giusto!

    • Una sola domanda signora: è giusto difendere i propri figli quando bullizzano i professori? Vede, cara signora, lei è uno di quegli esempi genitoriali catastrofici di questa società.

    • Anna Fiore non confondere l’amore che si ha verso i figli con la troppa permissività. Nessuno nega il valore dell’amore ma l’amore è anche saper dire di no. Io condivido appieno questo articolo.

  2. In realtà anche la mancata funzione educativa causata dall’assenza dei genitori è comunque, se non una nostra colpa, certo una nostra responsabilità. Inoltre spesso nelle famiglie di oggi si finisce col compensare la “mancata presenza” con vizi e concessioni. Sommando questi due fattori al disinteresse per le regole comportamentali si ottengono ragazzi spavaldi ma socialmente deboli perché abituati ad essere troppo protetti, incapaci di portare rispetto a sé stessi e agli altri in quanto forti di una “protezione” che in realtà li danneggia allontanandoli dalla realtà e dalle responsabilità. E il fenomeno è preoccupante in quanto dilagante.

    • Condivido in pieno il pensiero del Prof.Crepet…sia come mamma e come insegnante scuola dell infanzia in una citta’ bellissima Modica…ho assistito ai corsi di formazione del Prof.Crepet….i suoi soprattutto esempi di vita …sono veritieri e umani…mi accorgo che gia’ i bambini a tre anni attraverso il gioco si delineano comportamenti che palesemente vivono e ognuno di loro vivono nelle famiglie dove l autorevolezza dei genitori e’ solo un bene….non autoritari ma autorevoli …i bqmbini hanno bisogno di capire e distinguere il si che sia un si a 360 gradi….e il NO non deve essere un NI….e che entrambi i genitori devono prima di tutto mantenere un loro accordo prima di andare uno a destra e uno a sinistra…..l equilibrio e la coerenza insieme all esempio del volersi bene ..RISPETTO sono elementi che se mancano nella vita di un bambino …non si puo’ pretendere che qualsiasi altra istituzione possa sostituirsi alla FAMIGLIA….non dimentichiamoci che il primo contesto educativo e’ la famiglia…per poi allargare questo impegno educativo e di affetti con lq scuola….una volta c era una materia Educazione Civica che secondo me oggi come oggi dovrebbe essere somministrata prima di tutte le altre materie…rendiamoci conto che nelle Parole del Prof.Crepet esiste una verita’ assoluta ….I giovani hanno necessita’ di educatori e non di AMICI!!!!

  3. L’unica cosa su cui sono d’accordo con lei è il fatto che spesso i genitori a causa del lavoro o altro lasciano i figli soli….. sul resto ha ragione crepet… da datore Non assumerei mai uno o una che viene a cercare lavoro con genitori….e ne conosco!

  4. “Ma ormai noi genitori abbiamo acquisito la consapevolezza che i nostri figli non si toccano!” Anna Fiore: “Genitori di terra, di mare e dell’aria. Genitori della rivoluzione e delle regioni. Uomini e donne d’Italia… Ascoltate!”

  5. Salve a tutti sono d’accordo con il concetto dello psicologo in quanto rispecchia la realtà di oggi ed io in primis figlio di insegnanti di scuole elementari e marito di insegnante ho seguito molto l’evoluzione educativa dei ragazzi in quanto ho vissuto e vivo ancora oggi gli aspetti e riscontri educativi essendo anch’io genitore di figli adolescenti, ma un’età in cui i ragazzi assorbono come spugne ed imitano le informazioni sia del web che media soprattutto provenienti dalloltre oceano americano in cui gli esempi loro a mia vista sono poco raccomandabili e assolutamente da non imitare mi dispiace solamente che lo Stato Italiano abbia abbandonato anche il periodo di leva militare anno prezioso per la formazione caratteriale del giovane invece oggi vedo solamente zombie passeggiare in giro senza una meta e persi nel vuoto. Concludo nel dire noi genitori cerchiamo di essere più vicini ai nostri figli dialogare e a volte dire di no.

  6. Signora, non serve che ci ricordi di non usare le bacchette perchè ci pensiamo già noi, educatori, e nei casi più estremi ci pensano i ragazzi a documentare tutto con il loro telefonini (ahimè, messi loro in mano dai genitori fin dalle elementari). Nessuno ovviamente vuole tornare ai metodi del ventennio o del dopoguerra. Il problema adesso sono i “metodi” del nuovo millennio, che alcuni alunni (una minoranza, ma in rapida crescita) lasciati crescere nella totale impunità da parte delle rispettive famiglie, ora esercitano su compagni, personale scolastico ed attrezzature. E’ il totale disprezzo (o se vogliamo addolcire, la noncuranza) per le regole di civile convivenza che sta minando il clima di molte classi e di molte scuole. Gli insegnanti, armati soltanto di perseveranza, pazienza e competenza, fanno tutto quel che possono.

  7. Non sono d’accordo con Lei Signora, mio marito ha un’azienda i CV li mandano le mamme, ai colloqui i ragazzi si fanno accompagnare dalle mamme!. Dai docenti universitari per la richiesta delle tesi vanno le mamme! Questa è una deriva educativa.

  8. Bisognerebbe rieducare i genitori ma il compito é arduo… c’è persino chi non riconosce le analisi estremamente realistiche degli esperti. Ma fermarsi un attimo a farsi un po’ di autocritica? Per chi non non parte da questa premessa non c’è speranza…

    • Esattamente. Nessuno onsegna ai genitori ad essere genitori. Eppure costoro troppo spesso giudicano (ed in modo deteriore) gli insegnanti, che peraltro non di rado hanno studiato per esserlo. E’ difficile educare a scuola, quando le spinte “educative” a casa vanno in direzione opposta.

  9. ho un dubbio, come tutti i genitori non sono nata madre, imparo ad esserlo ogni giorno e ogni giorno è una fatica perché i figli crescendo cambiano, il bambino tranquillo e educato di ieri a cui bastava un no pacato ora è un adolescente che lotta fino allo sfinimento per strappare un forse. Il ragazzino che aveva una pagella impeccabile ora ha tutti sei e tre note disciplinari a causa delle quali gli insegnanti gli hanno impedito di partecipare alle uscite didattiche della scuola quasi fosse un delinquente pericoloso. Sono consapevole dei miei errori, ne ho fatti tanti, altri forse non riesco a riconoscerli, magari con il lavoro a tempo pieno, la casa da mandare avanti, la preoccupazione di arrivare a fine mese mi sono persa qualcosa, in questo caso la scuola non avrebbe il sacrosanto dovere di avvertire i genitori e di mettere in pratica insieme una strategia per riportare il ragazzo sui giusti binari? Mio figlio passa più tempo con gli insegnanti che con me, non è loro dovere avvertirmi che qualcosa non va? Che insieme possiamo fare qualcosa per contenere i danni? Non mi sembra giusto dire che la responsabilità è solo ed esclusivamente dei genitori, soprattutto in questo mondo che ti impedisce di conciliare la vita lavorativa con quella famigliare.

    • Signora, le tre note sono già una comunicazione alla famiglia che qualcosa non va. Chieda un colloquio agli insegnanti e si mostri disponibile ad avviare una strategia educativa nei confronti di suo figlio in accordo con loro. I risultati si vedranno!

    • E cos’erano le tre note sde non un “avvertimento” degli insegnanti?
      Sono state recepite con una sbuffata, con una scrollata di spalle, con un giudizio insultante nei loro confronti come troppo spesso succede?
      Comunque non sono state recepite come dovevano.

  10. Ma é cosí difficile usare un pò la lógica e cercare di fare il genitore sapendo che un figlio non é solo nostro ma un prossino cittadino é deve essere una nostra obbligazione come genitore insegnarle il rispetto per gli altri e per le regole, i Bambino sonó delle spugne imparano dal mostró esempio.
    L amore é una cosa l educazione é un Altra, sti Bambini si passano le giornate sballatati tra una attivita é l Altra.
    Devono anche imparte ad annoiarsi. Io amo i miei figli cerco di passare piú tempo possibile( lavoro obviamente come tutte ) con loro perchë é mía obbligazione la loro educazione nei dei nonni ne di nessun aaltro.

  11. Mah? Tutti contro tutti, anche chi punta il dito all’altro per farglielo notare!
    Perché oggi i nostri ragazzi sono così diversi di come eravamo noi genitori da giovani?
    Penso invece che la violenza fra bambini e giovani, sia sempre esistita. Cosi come il bullismo fra coetanei e sin da piccoli.
    Una volta però, i bimbi nati fino gli anni… 70…spesso stavano a casa e non andavano all’asilo, però, fra fratelli e cuginetti o con gli amichetti del quartiere, ci si menava spesso “come tamburi”
    I genitori, anche dopo l’ennesima volta che ci vedevano rincasare pure con un occhio nero, non ci portavano dallo psicologo per aiutarci a gestire la rabbia
    Anzi, c’era pure il caso che noi bambini venivamo menati poi dagli adulti, se a causa di qualche zuffa, tornavano con i vestiti strappati.
    Sono realtà sempre esistite, come pure l’insofferenza di noi studenti nei confronti di insegnanti davvero cattivi e pure ignoranti.
    Però, a onor del vero, non reagivamo con l’adulto che in famiglia, a scuola, in colonia, in collegio, il sacerdote di quartiere, il salumiere, cioè chiunque, ci poteva trattare veramente male.
    Forse proprio perché ci scaricavamo fra noi bambini o ragazzi, lasciando il mondo adulto fuori dal nostro e si elaboravano cosí appunto rabbia, invidia e frustrazione e tutti gli altri sentimenti negativi.
    Oggi, dagli anni 80, i ragazzini sin da piccoli sono obbligati a trascorrere il proprio tempo sempre con un tutor adulto che poi immancabilmente li giudica: gli insegnanti, gli educatori dei Centri Estivi, gli allenatori, ecc..oltre la famiglia, come si sa.
    Alla prima zuffa o incomprensione fra coetanei, arriva l’adulto di turno che deve per forza far ragionare, mediare, far riflettere ed anche capita, intervenire con un esercizio di yoga per aiutare l’infante o il ragazzo, a crescere la propria autoconsapevolezza…
    Negli ann la dose di rabbia fisiologicamente affrontabile per un bambino o ragazzo, viene invece rimossa sul nascere, però, invece negli anni continua a “montare”…
    Quando la persona cresciuta in questo modo, cioè senza strumenti minimi per sperimentare e gestirsi in autonomia la propria dose di rabbia fisiologica, si trova una montagna di rabbia repressa da smaltire, come una belva trattenuta con la catena che, appena si libera…può commettere ciò che non dovrebbe mai fare: accanirsi contro il primo adulto che ha a tiro.

  12. È proprio da persone come lei iperprotettivi che ci sono ragazzi problematici e genitori che picchiano gli insegnati. I figli devono sbagliare incontrare ostacoli per poter fare poi scelte giuste e diventare adulti consapevoli non eterni ragazzi tanto ci sono mamma e papà che mi spianano la strada.

  13. Parlo da insegnante che ha i genitori in classe ogni giorno, in laboratori e altro…anche dopo cena. Lei sbaglia…e Crepet ha purtroppo ragione. I genitori di oggi sono, nella maggior parte dei casi, poco impegnati nel loro ruolo e con le idee confuse. Hanno paura di “sciupare” i loro figli…e ottengono esattamente quello che temono. Siamo all eccessi opposto a quello che succedeva anni fa. Ma ora è il delirio del diseducativo.

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