Non è Facile Spiegare ai Bambini il Dramma della Shoah

Non è facile spiegare loro il minuto di silenzio che in molte scuole è stato fatto stamani. “Spiegamelo come se avessi sei anni” chiedeva Denzel Washington in Philadelphia, non voleva banalizzare concetti difficili, ma cercava di svestirli da tutte le opinioni, le aggiunte, i corollari. Un tentativo di tornare alla loro essenza per capirla al meglio e renderla, in qualche modo, un fatto semplice. Ecco, per spiegare ad un bambino la Shoah bisogna fare la stessa cosa.

Questo significa già qualcosa: significa che non possiamo (e non dobbiamo) rinunciare a raccontare. Come farlo? L’arte forse aiuta. La vita è bella è un ottimo spunto per cominciare a introdurre l’argomento, per esempio. Si deve trasmettere l’idea che il mondo è fragile, perché manipolabile, e tante persone possono arrivare a concepire come normale una persecuzione, uno sterminio. Bisogna far capire che, come furono gli ebrei le vittime principali della Shoah, la follia potrebbe colpire qualsiasi altro gruppo etnico o sociale.

shoah

Ma la cosa più importante e che spesso è sottovalutata è che bisogna insegnare (e, perché no, imparare) ad esercitare la memoria, e non solo a ricordare. A che serve un pensiero di cordoglio o si sconforto, se poi non si mette in pratica l’insegnamento della Shoah? Perché anche se gli anni passano e magari cambiano le etnie o i gruppi sociali, e deboli sono sempre di questo mondo e vivono un costante pericolo di discriminazione.

È questo che dobbiamo insegnare, una volta imparato. Dobbiamo insegnare che il primo passo per arrivare allo sterminio di un popolo è creare isolamento e indifferenza nei suoi confronti. Se ne siamo consapevoli, abbiamo le misure per evitare che accada di nuovo, in Siria, in Kurdistan, ovunque.

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Parlate della Shoah ai bambini. Il successo più grande sarà se un giorno non si limiteranno a ricordare, ma sapranno riconoscere e schifare tutti quei comportamenti denigratori o di violenza nei confronti delle minoranze. Ecco, tutto questo non è facile, ma fa parte di quella parte del mestiere di insegnante che va al di là dei libri e delle formule. La parte più difficile, ma anche la più stimolante.


Autore articolo
Lorenzo Giarelli

Lorenzo Giarelli

Giornalista blogger

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