Aquila Uccisa nel Nido Mentre Covava, Ricompensa di 1000 Euro per Chi Identifica Bracconiere

È di pochi giorni fa la notizia della mamma aquila colpita a morte da un cacciatore mentre covava le sue uova in un parco della Val Pusteria. Il bracconiere probabilmente ha agito per avere più possibilità nella caccia ai camosci, di cui l’aquila è predatrice.

Ma la LAC (lega per l’abolizione della caccia) dichiara: “Questi cacciatori si pongono in diretta competizione con i predatori selvatici, ma, mentre il predatore selvatico rientra nel perfetto disegno naturale, il predatore cacciatore armato è un immane elemento di disturbo e squilibrio. Chiediamo al Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano che siano svolte indagini scrupolose per affidare alla giustizia chi si è macchiato di azione tanto abietta e che sia fatto di tutto per impedire che tali atti di bracconaggio abbiano a ripetersi. Per parte nostra ci riserviamo di procedere per vie legali”. L’episodio segue di pochi giorni l’uccisione di un’altra aquila sui Monti Sibillini.

La Lipu denuncia: “Un fenomeno che non conosce sosta e che anzi, col recente lockdown, ha approfittato dei minori controlli per colpire di nuovo, in un contesto italiano già preoccupante nel quale la Lipu stima vengano uccisi oltre sette milioni di uccelli selvatici. Colpita, in questo caso, la popolazione italiana di aquila reale, presente sia sulle Alpi che sugli Appennini, che conta oggi tra le 622 e le 724 coppie con uno stato di conservazione che la Lipu classifica come “inadeguato”, a causa della contrazione e riduzione dell’habitat. L’uccisione anche di un solo esemplare, oltre che essere inaccettabile di per sé, può avere dunque gravi ripercussioni sulla conservazione di questo splendido rapace”.

Ora la lega italiana per la protezione degli uccelli vuole che il Governo vari al più presto una legge che blocchi la caccia in caso vengano colpite specie protette, “Una norma che rivoluzionerebbe lo scenario attuale responsabilizzando gli attori locali e dando un serio colpo, dal basso, alle attività illecite”. L’associazione Naturtreff Eisvogel, dal canto suo, ha messo a disposizione una taglia di 1000 euro per chi troverà il responsabile della morte dell’aquila: “Il tiratore ha sparato all’uccello mentre stava covando, non preoccupandosi di lasciare lentamente morire eventuali giovani nel nido per il freddo o per la fame. Questa azione deve essere condannata severamente e chiunque conosca l’identità del colpevole deve essere consapevole che, con il suo silenzio, è complice della distruzione di un patrimonio naturale che appartiene a tutti noi. Se l’autore è un cacciatore, il suo comportamento ha screditato l’intera comunità di cacciatori. Coloro che coprono un simile atto non sono migliori di questo miserabile bracconiere!

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