Scatta l’allerta alimentare in Brasile. Il Food Safety News (FSN) ha rivelato un sospetto avvelenamento da birra contaminata da glicol dietilenico. La bevanda avrebbe, infatti, causato la morte di 4 persone e l’avvelenamento di altre 22. Tali casi hanno coinvolto dei residenti dello stato del Minas Gerais, a sud-est della capitale Brasilia.
Il primo episodio si è verificato lo scorso 30 dicembre. Un uomo è stato ricoverato in ospedale, a causa di disturbi neurologici e di un’insufficienza renale. Tramite vari accertamenti clinici, è stato possibile notare che si trattava di una sintomatologia legata all’avvelenamento da glicol dietilenico. Si chiarisce che questi sintomi si manifestano 72 ore dopo l’assunzione, attraverso nausea, vomiti, dolori addominali, offuscamento visivo, alterazioni sensoriali, convulsioni, disturbi neurologici e insufficienza renale.
Per questo motivo, il Ministero dell’Agricoltura ha iniziato a eseguire diversi test. Così, è stato scoperto che la sostanza era presente in ben 32 lotti di 10 tipologie di birra a marchio Backer. In particolare, si tratta di: Backer Pilsen, Brown, Corleone, Backer Trigo, Backer D2, Belorizontina, Pele Vermelha, Capitão Senra, Capixaba. Infatti, la contaminazione risiedeva nell’acqua utilizzata negli stabilimenti per produrre la birra, nel periodo compreso tra la metà di novembre 2019 e l’inizio di dicembre 2019.
L’agenzia brasiliana che si occupa della vigilanza in materia ha disposto il ritiro dalla vendita in tutto il Paese delle confezioni di birra contaminata, che riportano la scadenza da agosto 2020 in poi. Inoltre, ha fatto chiudere gli stabilimenti fino al termine delle indagini. Come se ciò non bastasse, le autorità hanno raccomandato i cittadini di non consumare tali bevande né di gettare il contenuto negli scarichi o le bottiglie vuote nell’immondizia. Le confezioni dovranno essere portate negli appositi punti di raccolta e dovranno essere indicate con l’avviso “Non ingerire. Prodotto non adatto al consumo“.