Gli Studenti in Sciopero per Salvare il Pianeta, Ogni Venerdì Non Andranno a Scuola per i Cambiamenti Climatici

La tematica ambientale è molto importante, purtroppo però non se ne parla mai abbastanza e spesso i provvedimenti presi per salvaguardare il pianeta, nel nostro piccolo, non bastano mai.

Il pianeta sta subendo un brusco cambiamento, ed è inutile nascondersi dietro un dito: la colpa è solo la nostra. Una volta presa coscienza di ciò, bisogna fare il necessario per aiutare il nostro pianeta a raggiungere situazioni migliori.

Qualcosa si muove e, per fortuna, lo stanno facendo dei giovani studenti. Questo è infatti molto importante: significa che le nuove generazioni prendono a cuore questa tematica. Greta Thunberg è da 26 settimane che, ogni venerdì, sciopera da scuola.

Studenti in Sciopero per Salvare il PianetaLo scopo di Greta è semplice: sciopera in maniera pacifica di fronte al Parlamento svedese che non fa nulla per i pericoli climatici. In Italia questa forma di sciopero sta iniziando a prendere piede. Innanzitutto è stato lanciato l’hashtag su Twitter #Verdedì, inoltre si stanno organizzando manifestazioni, assolutamente pacifiche, in varie città del Bel Paese (Pisa, Milano, Brescia, Bologna, Venezia, Roma, Torino, Genova).

Per il 15 marzo invece è prevista una mobilitazione più impegnativa che avverrà in contemporanea in 40 paesi. Su Facebook si legge: «Il climatologo Luca Mercalli «invita tutti gli studenti a partecipare allo sciopero globale per il clima del 15 marzo. Aderiranno almeno 40 Paesi, fra cui l’Italia. Il nostro sito web italiano sarà pronto a brevissimo! E non dimenticate che allo Sciopero siamo invitati TUTTI, studenti e non! L’Unione fa la forza».

Nel frattempo Greta Thunberg sta condividendo sul proprio profilo Instagram nomi e immagini delle piazze italiane ove si svolgeranno le manifestazioni.

È importante però mettere i puntini sulle “i”. I più maligni potrebbero pensare che gli studenti italiani scioperino solo per saltare le lezioni, che non siano altro che perdigiorno e magari anche un po’ “somari”. La realtà invece è ben diversa: coloro che stanno aderendo in realtà hanno tutti ottimi voti. Sono studenti che hanno deciso di approfondire queste dinamiche ambientali e che quindi abbracciano la causa che prevede di aiutare il proprio pianeta.

Su Il Sole 24 Ore si legge: «Quanto dovrebbe contare l’obbligo di frequenza a scuola a fronte di un allarme globale come quello rappresentato dal cambiamento climatico? Non dovrebbe rientrare tra gli obiettivi della scuola quello di incentivare i giovani ad assumersi responsabilità per il mondo e la società in cui vivono, a impegnarsi per il loro miglioramento, in altre parole a diventare soggetti politici? Partecipando alle proteste, alunni e studenti non hanno soltanto lanciato un forte segnale simbolico alla politica internazionale, ma appropriandosi dello strumento dello sciopero hanno messo in atto una lezione di democrazia e di coscienza civile, politica e ambientale».

La tematica ambientale è molto importante, purtroppo però non se ne parla mai abbastanza e spesso i provvedimenti presi per salvaguardare il pianeta, nel nostro piccolo, non bastano mai.

Il pianeta sta subendo un brusco cambiamento, ed è inutile nascondersi dietro un dito: la colpa è solo la nostra. Una volta presa coscienza di ciò, bisogna fare il necessario per aiutare il nostro pianeta a raggiungere situazioni migliori.

Qualcosa si muove e, per fortuna, lo stanno facendo dei giovani studenti. Questo è infatti molto importante: significa che le nuove generazioni prendono a cuore questa tematica. Greta Thunberg è da 26 settimane che, ogni venerdì, sciopera da scuola.

Lo scopo di Greta è semplice: sciopera in maniera pacifica di fronte al Parlamento svedese che non fa nulla per i pericoli climatici. In Italia questa forma di sciopero sta iniziando a prendere piede. Innanzitutto è stato lanciato l’hashtag su Twitter #Verdedì, inoltre si stanno organizzando manifestazioni, assolutamente pacifiche, in varie città del Bel Paese (Pisa, Milano, Brescia, Bologna, Venezia, Roma, Torino, Genova).

Per il 15 marzo invece è prevista una mobilitazione più impegnativa che avverrà in contemporanea in 40 paesi. Su Facebook si legge: «Il climatologo Luca Mercalli «invita tutti gli studenti a partecipare allo sciopero globale per il clima del 15 marzo. Aderiranno almeno 40 Paesi, fra cui l’Italia. Il nostro sito web italiano sarà pronto a brevissimo! E non dimenticate che allo Sciopero siamo invitati TUTTI, studenti e non! L’Unione fa la forza».

Nel frattempo Greta Thunberg sta condividendo sul proprio profilo Instagram nomi e immagini delle piazze italiane ove si svolgeranno le manifestazioni.

È importante però mettere i puntini sulle “i”. I più maligni potrebbero pensare che gli studenti italiani scioperino solo per saltare le lezioni, che non siano altro che perdigiorno e magari anche un po’ “somari”. La realtà invece è ben diversa: coloro che stanno aderendo in realtà hanno tutti ottimi voti. Sono studenti che hanno deciso di approfondire queste dinamiche ambientali e che quindi abbracciano la causa che prevede di aiutare il proprio pianeta.

Su Il Sole 24 Ore si legge: «Quanto dovrebbe contare l’obbligo di frequenza a scuola a fronte di un allarme globale come quello rappresentato dal cambiamento climatico? Non dovrebbe rientrare tra gli obiettivi della scuola quello di incentivare i giovani ad assumersi responsabilità per il mondo e la società in cui vivono, a impegnarsi per il loro miglioramento, in altre parole a diventare soggetti politici? Partecipando alle proteste, alunni e studenti non hanno soltanto lanciato un forte segnale simbolico alla politica internazionale, ma appropriandosi dello strumento dello sciopero hanno messo in atto una lezione di democrazia e di coscienza civile, politica e ambientale».

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