Un film delicato e commovente, come solo i registi francesi sanno fare, “Il professore cambia scuola” di Olivier Ayache-Vidal in uscita in questi giorni.
Il personaggio di François Foucault, interpretato dal brillante Denis Podalydès, docente di Lettere, non ce la fa proprio a puntare sull’empatia, al contrario del noto prof. Keating nel “Attimo fuggente”.
Metodico, fissato con la grammatica, freddino, non si capacita neanche della sfortuna che gli è capitata (per colpa sua si è lasciato trasportare!): lasciare per un anno le aule del prestigioso liceo Henri IV per essere spedito in un luogo di cui ignorava perfino l’esistenza.
E proprio quando si trova nella banlieu parigina che il professore comprende che deve cambiare metodo con quegli studenti illetterati, sbruffoni, continuamente a rischio di espulsione.
Così François pensa che per motivare gli studenti, per rafforzare la loro scarsissima autostima e spingerli chissà, ad aprire un libro, meglio alzare i voti, contrastando tutti i colleghi che lo considerano un errore. Ma i risultati si vedranno e avrà ragione lui. Perchè saranno I Miserabili, trasformati in storie contemporanee di miseria, passione e abbandono, a compiere il miracolo.
Il film francese dà spunti interessanti anche per le nostre scuole, anche solo per la modernità della struttura della scuola che si trova nemmeno al centro di Parigi ma in una banlieu.