Con l’inizio del nuovo anno scolastico in Alto Adige, circa 90.000 studenti si trovano di fronte a un cambiamento importante: nessun voto potrà essere inferiore al 4. Questa decisione ha scatenato diverse discussioni.
L’assessore provinciale responsabile delle scuole in lingua tedesca, Philipp Achammer, ha sottolineato che assegnare voti come “tre” o “due” è inutile. Secondo Achammer, tali valutazioni non hanno un valore educativo significativo. Dall’altro lato, Giuliano Vettorato, l’omologo delegato per le scuole in lingua italiana, ha espresso delle riserve e ha sottolineato l’importanza del merito e della professionalità degli insegnanti. Nonostante le divisioni, la legge omnibus è stata approvata ad aprile, vietando le valutazioni molto basse.
Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, pur senza entrare nel merito della specifica decisione altoatesina, ha sottolineato l’importanza di un sistema di valutazione serio e ha esortato a non essere troppo indulgenti con i giovani.
Tuttavia, questa decisione non è affatto nuova. La provincia di Bolzano aveva già mostrato interesse per un cambiamento del genere. Già nel 2011, l’amministrazione provinciale aveva proposto un sistema di valutazione che partisse da 4 in su. Luis Durnwalder, che era presidente della provincia all’epoca, si domandava se fosse davvero necessario avere voti ancora più bassi quando un 4 già indicava una preparazione insufficiente.
Non solo i politici, ma anche gli esperti del settore educativo e della psicologia appoggiano questa riforma. Pedagogisti come Daniele Novara criticano l’attuale sistema di valutazione che si concentra sugli errori anziché sui progressi. Allo stesso modo, lo psicologo Matteo Lancini sostiene che i voti spesso “svalutano invece di valutare”. Secondo Lancini, sarebbe utile eliminare anche i voti alti come 9 e 10, per concentrarsi maggiormente sulla crescita personale degli studenti.
Sebbene questa iniziativa susciti sicuramente discussioni, riflette una tendenza in crescita nel mondo dell’istruzione: quella di rivalutare l’approccio tradizionale alla valutazione al fine di valorizzare meglio lo sviluppo e il potenziale degli studenti.