Insegnare è la Mia Vita ma Temo di Non Farcela Più

Qui di seguito riportiamo un’intensa lettera scritta da Marianna Paoli, docente al Liceo Artistico di Chiavari e pubblicata su La Repubblica. L’appello dell’insegnante è quello di cercare qualcuno che prenda davvero a cuore la situazione scolastica che, nell’ultimo periodo, si è composta di aggressioni nei confronti dei docenti e genitori ed alunni violenti.

Mia Vita
fonte: invececoncita.blogautore.repubblica.it

I ragazzi sono cambiati: facile etichettare, difficile è capire e aiutare. Le famiglie spesso sono inesistenti, tanti crescono disorientati, da soli. Sì potrebbe investire, innovare, formare i docenti, però bisogna assolutamente mettere questo tra i mestieri usuranti; è vero per le maestre lo è già, ma lo è anche per chi deve ogni giorno affrontare ragazzi con problemi e atteggiamenti a volte aggressivi.

Amo il mio lavoro, sto bene con i ragazzi, parlo, discuto, ascolto, cerco di essere una figura di riferimento, sbaglio, non sono sola. Le domeniche le passo (per otto mesi all’anno) a correggere temi studiare, preparare schemi, mappe, appunti e lezioni. Questo è il sommerso della scuola ma non interessa a nessuno. Cerco solidarietà, considerazione, ascolto, cambiamento.

È bene ricordare che sulla piattaforma Change.org è in corso una petizione che vuole proporre una legge che comporti “delle sanzioni che siano da esempio educativo per le generazioni future, una norma che tuteli il libero esercizio dell’insegnamento quale base per la crescita delle generazioni che verranno”.

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Gli insegnanti che inviano la propria richiesta, una volta accettati, potranno pubblicare articoli su tematiche scolastiche preferite.

2 commenti su “Insegnare è la Mia Vita ma Temo di Non Farcela Più”

  1. Condivido in pieno le parole della docente in particolar modo mi sento di capire il suo smarrimento nei confronti di una scuola che cambia e si nutre di innovazioni ma non si riforma non si mette in gioco e non mette piu al centro dei suoi interessi gli studenti troppo presa dalla tecnologia dalla flipped classroom dalla didattica alternativa La risposta è a portata di mano e si chiama empatia.

  2. Empatia da parte di chi?la collega riporta la situazione reale di tutte le scuole ! Le famiglie non sono consapevoli del ruolo che hanno e le incombenze burocratiche di cui sono investiti gli insegnanti nulla hanno a che fare con la vera Mission della scuola!Noi docenti mettiamo in campo professionalità empatia ,la nostra vita per quattro soldi e ci piovono pure le critiche da ogni dove.La parola magica semmai è: riconoscimento ed abnegazione!

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