La Drammatica Storia di Federico Bertollo, Morto Dopo Essersi Fatto Iniettare La Prima Dose di Eroina dal Pusher

Il mondo della droga è veramente terribile. Una volta che ne finisci preda, difficilmente si riesce ad uscirne. Anche riuscendoci però, spesso si rischia una ricaduta, proprio come quella che segue.

Federico Bertollo

A 23 anni saluta questa vita con l’eroina, la sua prima volta. Federico Bertollo è stato ritrovato in una casa a Cittadella, vicino Padova. Il ragazzo era alla sua prima siringa, che stava provando con un suo amico, il 49enne Ivano Sogliacchi. Quest’ultimo è stato tratto in arresto con l’accusa di spaccio ed omicidio. Sarebbe infatti stato proprio Sogliacchi a somministrare la dose letale.

Inutili i tentativi del 118: per il 23enne non c’è stato nulla da fare. Il fratello Andrea è rimasto shoccato e racconta: «Era la prima volta che Federico Bertollo “si faceva” di eroina. Gli aghi gli hanno sempre fatto molta paura».

Il ragazzo non era sicuramente il tossicodipendente tipico. Proveniva da una famiglia benestante ed era piuttosto acculturato. Dopo aver conseguito gli studi presso il conservatorio, ha anche pubblicato un libro con il quale ha ottenuto ottimi pareri da parte della critica. Vinse anche il Premio Montefiore.

La sua vita però è cambiata a 14 anni, dopo un incidente in bicicletta. Il padre racconta: «Quando uscì dall’ospedale la parte sinistra del corpo non rispondeva più, camminava zoppicando. I coetanei lo prendevano in giro, veniva bullizzato e incontrò qualche difficoltà ad accettarsi».

Il ragazzo non si è arreso e cercava di focalizzarsi sulle cose che a suo parere rendevano la vita un posto migliore: la musica e la scrittura. Queste però non sono bastate ed il giovane Federico è rimasto vittima del tunnel della droga.

Con coraggio e forza però è riuscito ad uscirne. Parla il padre: «Dallo scorso anno faceva le analisi tutte le settimane, sembrava davvero aver ripreso in mano la sua vita. Era felice, aveva un lavoro in comunità, parlava di tornare al conservatorio…».

Prende dunque la parola il fratello: «Il medico ci ha assicurato che, se i soccorsi fossero stati chiamati prima, mio fratello oggi sarebbe vivo. Pare che lunedì in quell’appartamento non fossero presenti soltanto lui e lo spacciatore, ma anche altre persone. Chi erano? E, soprattutto, perché hanno aspettato a dare l’allarme? Forse qualcuno aveva qualcosa da nascondere. E Federico ci ha rimesso la vita».

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