La Rivolta dei Militari dopo L’Emendamento: “Le Buche di Roma? Perché Non Le Riparano i Parlamentari?”

A tappare le buche di Roma l’esercito non ci sta. Dopo che è stato annunciato un emendamento alla legge di bilancio che prevede fondi e l’utilizzo del Genio militare per rifare le strade della Capitale, è arrivata la dura risposta dei sindacati dell’esercito contro quella giudicata come “un’offesa alla professionalità” delle truppe.

buche di roma

Il segretario generale del Partito per la tutela dei Diritti dei militari e del sindacato dei militari, Luca Marco Comellini, ha postato la sua indignazione su Facebook. “Ricordo a Raggi e al ministro Trenta che i militari sono altro. Perché le buche nelle strade di Roma non le vanno a riparare i parlamentari italiani? Una nutrita squadra: il Movimento 5 Stelle ha 220 deputati e 109 senatori, 329 persone messe a lavorare sulle strade di Roma riparerebbero tutte le buche in brevissimo tempo. Volete il cambiamento? Fatevi vedere in mezzo alle strade che lavorate per i cittadini“, ha scritto.

Anche Vincenzo Camporini, già capo di stato maggiore della Difesa, in un’intervista dell’agenzia AdnKronos, ha detto: “Ci troviamo davanti a un errato concetto delle Forze Armate e del loro impiego: certe forzature mi fanno venire subito l’orticaria…“. Camporini spiega che per la legge “il primo scopo delle Forze Armate è la difesa del suolo patrio, poi c’è la cooperazione e la partecipazione alle missioni internazionali e solo all’ultimo in ordine di priorità figura il supporto alle amministrazioni in casi di emergenza, come possono essere le calamità naturali, terremoti o alluvioni. Si è invece preso il pessimo vizio di considerare prioritario l’ultimo punto in ordine di importanza e per di più di estenderlo ben oltre le situazioni di emergenza legate a eventi imprevedibili. E allora: li mettiamo a fare le guardie, a raccogliere l’immondizia, a spalare la neve e ora magari a tappare le buche nelle strade…. Usare i militari come manodopera gratuita è una cosa da far venire l’orticaria“.

Ecco il testo dell’emendamento 1.2827 sulle buche di Roma, bocciato in commissione bilancio del Senato (ma per la vice ministro dell’Economia Laura Castelli, M5s, è stato un errore formale. Il testo verrà quindi ripresentato): “546-bis. E’ assegnata a Roma Capitale una dotazione finanziaria pari a 40 milioni di euro per l’anno 2019 e a 20 milioni di euro per l’anno 2020 per interventi di ripristino straordinario della piattaforma stradale della grande viabilità da eseguirsi con apposito Protocollo di Intesa con il Ministero della Difesa, che concorre ai citati interventi di ripristino attraverso l’Arma del Genio dell’Esercito italiano. 546-ter. Ai fini di cui al comma 546-bis è autorizzata la spesa di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 202l, per l’acquisto di mezzi strumentali al ripristino delle piattaforme stradali. 546-quater. Gli ulteriori oneri sostenuti per il concorso del Ministero della Difesa alle attività di cui ai commi 546-bis e 546-ter sono ristorati da Roma Capitale secondo le modalità previste dall’articolo 594-bis del Decreto legislativo 15 marzo 2010, numero 66, nell’ambito delle risorse stanziate al comma 546-bis. 546-quinquies. Il fondo derivante dal riaccertamento dei residui passivi ai sensi dell’articolo 49, comma 2 lettera a), del decreto-legge 24 aprile 2014, numero 66, convertito con modificazioni, dalla legge 23 giugno 2014, n. 89, iscritto nello stato di previsione del Ministero dell’Economia e delle Finanze è ridotto di 40 milioni di euro per l’anno 2019 e 20 milioni di euro per l’anno 2020.

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