Volevano dare una mano alla loro vicina di 54 anni con le faccende domestiche, convinte che la donna fosse su una sedia a rotelle. Invece sono state catapultate in un inferno, schiavizzate e segregate, picchiate e malnutrite per tre settimane.
È accaduto nel Regno Unito a Coventry. Protagoniste Kate Dagley di 45 anni, e la figlia Karen Jenkins di 27 anni. Le due donne, affette da disturbi mentali, sono state attirate con l’inganno da una coppia di vicini di casa con la scusa di accudire Jean Kelly, una donna con problemi fisici.
Proprio quest’ultima, sarebbe diventata la loro carnefice. Per tre settimane le due donne sono state relegate in due appartamenti distanti circa 10 km tra di loro, aggredite più volte con una mazza da baseball e costrette a mangiare gli avanzi (anche pasta cruda) da una pattumiera, mentre Kelly e la sua famiglia le obbligavano a lavare e pulire per loro, cambiare pannolini e dare da mangiare al loro cane.
Quando un altro vicino ha sentito le grida di aiuto di Miss Dagley, la polizia è riuscita a salvarle. Ora Jean Kelly, suo marito, la loro figlia e il fidanzato di quest’ultima, sono stati condannati a 14 anni di reclusione ciascuno.
Le due vittime hanno voluto raccontare alla tv inglese il loro dramma, mostrando anche le terribili foto delle ferite riportate in quel periodo. Kate Dagley ha dichiarato: “Dall’alba al tramonto ero costretta a lavare l’appartamento di Jean, a preparare il suo cibo, a stirare i vestiti e a riordinare: era una tortura”.
Dalle indagini è emerso che una volta i vicini avrebbero “medicato” con della colla una profonda ferita alla testa della donna, che aggiunge: “Un giorno, Jean era particolarmente arrabbiata e ha ordinato al marito di picchiarmi. Ho urlato dal dolore mentre colpiva la mia schiena più e più volte, e poi Jean mi ha colpito il gomito così forte che l’osso ha trapassato la pelle. Col tempo ho avuto paura che nessuno sarebbe venuto a salvarci”.
La figlia ora è costretta a usare un bastone per camminare e ha affermato di fronte alla Corte di Warwick: “Non ricordo quante percosse ho avuto ma sono stato costantemente presa a pugni e calci”.