Massimo Giletti Minacciato di Morte in Diretta, “Spero ti Sparino in Bocca”

Momenti di tensione, per Massimo Giletti, nella scorsa diretta di Non è L’Arena. Il noto conduttore ha ricevuto un chiaro messaggio di morte, dopo l’allontanamento dallo studio dell’ex brigatista Raimondo Etro, per una frase sconcertante.

La scorsa puntata del 16 febbraio di Non è L’arena ha raggiunto un momento di grande tensione per una frase pronunciata da Raimondo Etro, ospite in studio con Massimo Giletti:”Meglio mani sporche di sangue piuttosto che di acqua come Ponzio Pilato“. La frase ha gettato una tetra luce sul talk show, nel forte dissenso dei presenti. Etro, condannato a 26 anni in totale per aver preso parte al sequestro Moro e altri fatti di sangue di uno dei più bui momenti dell’Italia, non ha chiesto scusa. Daniela Santanché e Luca Telese pretendevano si scusasse, ma l’ex br si è rifiutato.

A quel punto, Giletti è intervenuto con determinazione “Etro, le pago il taxi di tasca mia ma quella è la porta. Lei questa frase non la dice. Non è accettabile“. Quindi, l’ex br lascia lo studio, ma ciò che avviene durante lo stacco pubblicitario ha dell’inquietante.

Al rientro dopo la pausa, è lo stesso Giletti a raccontare un fatto assurdo successo pochi minuti prima dietro le quinte:”Sono andato un attimo a parlare dietro le quinte, e devo dire che qualcuno dice ‘Spero che ti sparino in bocca, Giletti’. Può darsi che, facendo scelte di lavoro mie, qualcuno pensi così ma le minacce a me non fanno molta paura“.

Il conduttore, per nulla intimorito, continua a commentare quanto successo anche in diretta, prima della pubblicità:”Forse Etro in quel momento non era lucido, spero, ma ‘Le mani insanguinate’ è qualcosa che non si può dire qua. Lo dico a te che hai scritto questa cosa: sparami in bocca, vieni, t’aspetto“.

Ha anche aggiunto di non essere nuovo a questo tipo di minacce, da parte di chi non gradisce il suo modo di affrontare determinati argomenti. Ma Massimo Giletti non è apparso intimorito e nemmeno disposto a cedere di un punto a minacce così gravi, perché determinato a portare avanti il suo lavoro con le linee guida da lui scelte.

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