Maurizio Pistocchi Lascia Mediaset Dopo 35 Anni: “Rapporto Compromesso”

Maurizio Pistocchi, storica voce del calcio su Mediaset, se ne va dopo 35 anni di onorato servizio.

Maurizio Pistocchi

È lui stesso a spiegare le motivazioni: “Anche la storie d’amore belle finiscono, la mia con Mediaset è durata tantissimi anni, ma il rapporto per tanti motivi era stato compromesso da quello che era successo nel 2017. Adesso abbiamo trovato un accordo che è una via sempre migliore rispetto a litigare.

Pistocchi si riferisce a quando i vertici della Juventus cercarono di eliminarlo dalla Tv. “Nessuno ha mai smentito questa ricostruzione, quindi evidentemente era vera. Certo è perlomeno strano che un’azienda preferisca pagare dei collaboratori esterni piuttosto che utilizzare un suo dipendente. E comunque mi meraviglia che un giornalista sia ritenuto così pericoloso da dover essere epurato”. Il giornalista ha poi sottolineato il clima di deferenza del mondo del calcio nei confronti della Juventus: “Una delle grandi anomalie del calcio italiano è che la Juventus è la squadra più importante del nostro campionato, ma è anche proprietà di un’azienda che investe in pubblicità oltre 100 milioni di euro su radio, tv e giornali. Con un investitore tanto importante è inevitabile che ci sia chi ne tiene conto”.

Pistocchi ha sempre espresso in maniera inequivocabile le sue opinioni: “Della vecchia guardia Piccinini, Marianella e Caressa, sono loro i tre più bravi. Tra i nuovi Callegari e Zancan. Trovo che il livello medio dei commentatori sia generalmente buono. Serena è bravo, non è invasivo; mi piacciono Balzaretti, Tiribocchi e Costacurta come opinionista; mi piace Ambrosini, anche lui molto competente, deve lavorare sulla personalità. Pure Bergomi è bravo, anche se per i miei gusti è un po’ troppo prete: se lo vesti di nero con un colletto bianco sembra uscito da un seminario. Lele Adani? Molto, molto molto preparato; ha un solo limite, usa un linguaggio troppo tecnico. Silvio Berlusconi una volta ci disse: ricordate che davanti alla tv c’è il muratore, il bracciante e il dirigente d’azienda, il calcio è trasversale a tutte le classi sociali; vi devono capire tutti. Questo è un presupposto fondamentale, uno non deve esagerare nel tecnicismo”.

Nel bene e nel male a Mediaset la sua mancanza si sentirà.

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