Stefano Feniello è una delle 29 vittime della tragedia dell’Hotel Rigopiano di Farindola, in provincia di Pescara. Ora suo padre Alessio è stato condannato dal gip del tribunale di Pescara a pagare 4.550 euro di multa. Il motivo? Aver violato i sigilli giudiziari che delimitano l’area della tragico evento.
L’uomo si difende dichiarando, tramite un post su Facebook, di essersi “recato a Rigopiano per portare dei fiori dove hanno ucciso mio figlio“. E continua: “Quelli che non hanno fatto niente per salvare 29 persone a Rigopiano stanno tutti ancora a piede libero, io invece devo pagare. Se sono colpevole, non mi tiro indietro“. Alessio Feniello afferma di essere disposto a scontare due mesi di carcere piuttosto che pagare la multa e lancia un appello al ministro dell’Interno: “Scusate, fate arrivare questo messaggio a Salvini, vediamo cosa ne pensa“.
Su richiesta del pm Salvatore Campochiaro, la condanna emessa dal giudice Elio Bongrazio è scaturita dal fatto che Feniello sarebbe entrato nella zona delimitata “abusivamente“, malgrado “le ripetute diffide ad uscirne rivoltegli dalle forze dell’ordine addette alla vigilanza del sito“.