Prof, ma Lei è una Youtuber

Alla fine di ogni anno scolastico tiro le somme del lavoro svolto, ripercorro quanto fatto, il mio lavoro e quello dei miei ragazzi.

Perdonatemi, forse dovrei scrivere alunni, ma questa parola, usata in tutti i documenti e atti che ogni docente deve compilare, è diventata per me parte del “burocratese”, la sento lontana dalla relazione che si crea nelle mie classi, dove trascorro molto tempo, dove condividiamo emozioni, esperienze, conoscenze; ognuno, per quello che è, per quello che può, regala un po’ de sé agli altri.

E così, qualche anno fa, riflettendo e analizzando, mi sono accorta che, sì, tutto era andato bene, ragazzi contenti, genitori contenti, ma…mi mancava qualcosa, mi sentivo insoddisfatta, un po’ come un alunno che ha fatto il suo compitino e nulla più.

Quello che facevo non mi bastava, dovevo fare qualcosa di diverso, qualcosa che mi appassionasse di più e che coinvolgesse i ragazzi.

Ho cominciato a fare corsi su corsi per cercare nuove idee, nuove modalità, e, dopo un master in didattica della tecnologia, la passione è esplosa, anzi esplosa nuovamente!

Perché non utilizzare le nuove tecnologie per fare lezione, per coinvolgere gli alunni? Una decina di anni fa ancora non c’era il Piano Nazionale della Scuola Digitale, alcuni pionieri, cominciavano a cimentarsi, era tutto all’inizio, almeno nella scuola media.

Ho aperto un canale Youtube didattico, nel quale inserire videolezioni, l’obiettivo era quello di preparare delle lezioni che fossero a disposizione in ogni momento, lezioni accattivanti, con immagini, testo, suono e voce, per venire incontro ai diversi stili di apprendimento, così che tutti, ma veramente tutti, potessero comprendere i concetti chiave. E vedere, rivedere, fermarsi e riprendere secondo i propri tempi e i propri ritmi.

Lezioni da fruire a casa, anche per gli assenti o per chi quell’idea, quel concetto proprio non riusciva ad averlo chiaro.

E poi in classe riprendere dai dubbi, dalle perplessità, dalle domande e da lì partire per svolgere attività diverse dall’interrogazione, attività più creative e coinvolgenti.

Sì, ma come condividere i video, come fare perché non si perdessero nel mare della rete? Quale strumento utilizzare per mostrare loro le lezioni ed essere, comunque, a disposizione anche non durante le ore in classe per rispondere a dubbi e richieste? Ma certo! Una classe virtuale!

Ho presentato e spiegato ai miei alunni la mia idea, la novità del lavoro dell’anno.

La proposta è stata accolta con entusiasmo e diffidenza nello stesso tempo: entusiasmo per l’utilizzo delle nuove tecnologie nello studio, per la novità; diffidenza perché dentro di loro c’era un pensiero: “Sì, ma la fregatura dove sta?”.

Dopo aver cominciato piano piano la diffidenza è passata, per lasciar posto all’entusiasmo, certo qualcuno che ha capito che, comunque, si lavorava seriamente ha cominciato a trovare alcune scuse: la rete non funzionava, il pc si è rotto…

Fondamentale, anche per superare queste ultime resistenze, è stato spiegare ai genitori nei dettagli cosa avrei fatto in classe e cosa avrebbero dovuto fare i loro figli a casa. Far capire loro che per qualsiasi problema avevano la mia disponibilità.

Che dire?! Adesso i miei ragazzi aspettano con impazienza di vedere cosa pubblicherò, domandano come ho preparato una lezione, come ho fatto ad inserire una certa immagine, un suono.

E sono diventati i miei consiglieri.

Chiedo sempre a loro cosa ne pensano, cosa non funzionava, cosa andava bene, come potrei migliorare, e loro rispondono mostrando una capacità critica e di analisi delle mie lezioni che mi stupisce e mi inorgoglisce ogni volta.

Certo il lavoro da fare è piuttosto impegnativo, ma quanta soddisfazione nel vedere i risultati!

Un giorno sono entrata in classe, un alunno ha alzato la mano e mi ha chiesto: “Prof, possiamo farle anche noi le videolezioni?”.

Potevo non accontentarli?

Ed è così che è nato un progetto di geografia sulla Francia in collaborazione con la collega che insegna francese.

Divisi in coppia, hanno preparato una presentazione su un aspetto fisico del paese, scrivendo i testi in lingua e ricercando immagini senza copyright, da accompagnare al testo.

Una volta terminata questa prima fase, siamo passati alla registrazione delle varie parti, ciascun alunno ha registrato il suo argomento. Alla fine le varie parti sono state assemblate per creare il video.

È stato entusiasmante vedere, non solo l’impegno che hanno messo nel lavoro, ma quanto fossero emozionati quando dovevano registrare, quanto fossero capaci di stare in assoluto silenzio, credetemi nelle classi è spesso quasi un miracolo, mentre ciascuno di loro registrava.

Abbiamo visto il risultato assieme, quanti sorrisi, quanta soddisfazione sui loro visi!

“Prof, ma poi il video lo pubblica sul suo canale vero!?”

Ora mi capita, quando incontro alunni che non sono delle mie classi sentirmi dire: “Prof… ma Lei è una youtuber! Mi cita nel suo prossimo video?”

youtuber

Ed ecco il video realizzato dai miei ragazzi: La Francia

Questo è il mio canale youtube: https://www.youtube.com/user/ProfDellOrto/feed

Questo è il mio sito, dove potete trovare anche attività svolte: http://profdellorto.wixsite.com/profdellorto

Se volete contattarmi potete scrivermi: [email protected]

— Matilde Dell’Orto, insegnante youtuber

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1 commento su “Prof, ma Lei è una Youtuber”

  1. Salve a tutti, sono un docente di informatica del Liceo Scientifico Volta di Foggia, mi complimento con la collega e volevo confermare che anche io ho iniziato ad utilizzare il metodo della classe capovolta da tre anni, devo dire che è veramente accattivante. Gli alunni sono molto interessati e motivati. Utilizzo le App della G-Suite for Education.
    Questo è il mio canale YouTube https://www.youtube.com/c/mariostrippoli e questo è il mio sito realizzato con NewGoogleSites http://www.mariostrippoli.it

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