Il nuovo virus discende dall’influenza suina H1N1 risalente al 2009, scienziati cinesi: “Ha tutti i segni distintivi essenziali di un candidato virus pandemico”.
Un team di scienziati cinesi avrebbe recentemente scoperto un nuovo tipo di influenza suina che potrebbe generare un’altro rischio di pandemia globale. Si tratta di un discendente della suina H1N1 del 2009, il suo nome è G4, e secondo gli studiosi: “Ha tutti i segni distintivi essenziali di un candidato virus pandemico”.
Le preoccupazioni riguardo questo virus risiedono nel fatto che avrebbe già contagiato il 10% dei lavoratori presso gli allevamenti intensivi di maiali cinesi. Anche per questo motivo i ricercatori stanno già cercando di tenere sotto controllo l’evoluzione della malattia e di collaborare con queste aziende per eseguire nuovi studi e conoscerne meglio l’evoluzione.
Il team della China Agricultural University (CAU), guidato da Liu Jinhua ha analizzato dal 2011 e il 2019 circa 30mila tamponi nasali prelevati dai suini, sono stati prodotti ben 179 virus, di cui gran parte erano appunto G4.
Il ceppo del virus è già dominante in diverse zone della Cina, è necessario sorvegliarlo poiché a quanto sembra l’uomo non ne sarebbe immune ed inoltre sembrerebbe resistere anche ai vaccini anti-influenzali. Senza escludere il fattore che gli allevamenti di maiali sono presenti in tutto il mondo, e considerando le condizioni sanitarie in cui spesso vivono questi animali questo potrebbe aiutare il virus a diffondersi in una nuova pandemia globale.
Nonostante il pericolo sia in agguato al momento molti studiosi sono molto cauti sul far scattare un nuovo allarme quando nel frattempo c’è un’altra emergenza ancora in corso. “La nostra comprensione di ciò che è una potenziale varietà influenzale pandemica è limitata. Certo, questo virus soddisfa molti dei criteri di base ma non è sicuro che causerà un’ipotetica pandemia influenzale nel 2020”: ha scritto su Twitter la Dottoressa Angela Rasmussen, virologa presso la Columbia University. Sembra infatti che in questi anni di studio non sia stati evidenziati dati sufficienti da sospettare una minaccia imminente per l’uomo.