Scuole Alternative ai Tempi del Covid: Steineriane, in Campagna, al Mare, a Casa

Anche le “scuole alternative” per rispettare le norme anti-covid gli istituti Steineriani continueranno a spostare la didattica all’esterno.

Scuole Alternative

I loro metodi alternativi erano già noti all’interno del panorama scolastico, ora, anche per affrontare il covid le scuole Steineriane gestiranno la situazione a modo loro.

Per evitare troppi passaggi burocratici stressanti e ripetitivi, hanno invitato gli scolari a cimentarsi nelle lezioni principalmente all’aperto dove possono sviluppare le loro conoscenze in maniera individuale e naturale. Un’educazione più lenta e più riflessiva, in cui i bimbi si mettono in gioco in prima persona e imparano da insegnanti e soprattutto genitori come svolgere attività quotidiane.

Alla Scuola Steineriana di Milano infatti, una parificata da 350 studenti dalla materna al liceo scientifico, durante il mese di agosto sono stati coinvolti direttamente i genitori che si sono cimentati nel produrre banchi singoli da utilizzare in classe seguendo il progetto degli insegnanti.

«Ora sono già nelle classi, e sul pavimento abbiamo messo dei bollini così i ragazzi sanno dove devono stare per mantenere la distanza. Se poi tutto va bene e potremo tornare ai nostri banchi doppi, venderemo questi nuovi al nostro mercatino. Nulla va sprecato. Cerchiamo di essere creativi seguendo le regole». Racconta la preside Paola Fantini.

 In questi istituti il coinvolgimento dei genitori è sempre stato colonna portante del metodo pedagogico: «Siamo in equilibrio tra procedura, rispetto dei bambini e buon senso. Per noi l’esperienza è fondamentale. Durante il lockdown i nostri studenti dell’istituto agrario hanno realizzato in casa dei bellissimi progetti. Siamo una comunità coesa, con una docenza stabile e motivata. In questo momento è particolarmente importante. Non vogliamo musi lunghi» Aggiunge Sabino Pavone, vicepresidente nazionale della Fondazione delle Scuole Steiner Waldorf e gestore principale della sezione di Conegliano Veneto.

Sono circa 4000 gli studenti “steineriani” in tutta Italia, quella presente a Milano è ufficialmente paritaria, altre presenti nel paese invece sono nate da associazioni tra genitori, facendo così parte delle scuole parentali attualmente non riconosciute dallo stato.

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«I nostri bambini giocano sempre all’aria aperta, senza giocattoli in plastica, che sarebbero da sanificare in continuazione, ma con quello che trovano: foglie, ramoscelli, corde. Costruiscono altalene, scavano con le palette. Stanno sempre all’aperto, divisi in gruppetti, o bolle. Se realizzano una ricetta sul fuoco leggono, pesano gli ingredienti: integrano le nozioni con l’esperienza. Non si scambiano gli abiti, si travestono con le foglie. Si dipingono la faccia e poi si lavano a casa. Le rarissime volte che stanno al chiuso si mettono la mascherina e in ogni caso l’hanno sempre con sé» dice Selima Negro, coordinatrice di un asilo e scuola primaria in provincia di Lecco. Una didattica particolarmente diversa ed atipica che in queste settimane sembra attirare molti genitori: «Ci chiamano, ma per entrare bisogna fare un percorso, conoscerci. Per qualcuno è solo un primo passo, per altri la pandemia è stata la spinta che serviva per cambiare l’educazione dei figli».

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