Sergio Armanini è stato candidato sindaco di Merano, la cittadina in provincia di Merano. Proprio lui, che di lavoro fa l’agente immobiliare e che, quasi sei anni fa, aveva augurato lo stupro a Silvia Fabbi, giornalista del Corriere delle Alpi.
I fatti erano avvenuti nel 2014. La giornalista, in quel periodo, aveva intervistato un uomo di fede musulmana, che aveva appena aperto una pagina su Facebook dedicata alla sua religione. La pagina in questione era infatti denominata “Convertirsi all’Islam“. L’iniziativa di Silvia Fabbi non era, però, piaciuta a Sergio Armanini. L’uomo, che si è sempre definito un “leghista di lunga data” aveva così commentato, rivolgendosi direttamente alla giornalista: “Ma perché non le mettiamo un burka e la facciamo andare in Nigeria? Forse dopo il centesimo stupro si sveglierà…“. Subito, era stato giustamente inondato dalle critiche ed era stato obbligato a scusarsi con la diretta interessata.
Dopo la caduta del Governo giallo-verde, ovvero del Governo Conte I, Sergio Armanini aveva voluto dire la sua anche sul tema della migrazione, da buon leghista. “Comunque salgono tutti sul barcone e, sfiga delle sfighe, alcuni di loro, dopo aver scampato la guerra, attraversato il deserto, subito anni di torture nei lager libici, affogano in mare a cento metri dalla Libia. Che sfiga. – aveva dichiarato – Ecco che però arrivano in Italia, dove ci sono i razzisti e i fascisti che non li vogliono mantenere. Ma per fortuna una luce in fondo al tunnel: arriva quello intelligente del Pd che li guarda negli occhi e coglie le loro sofferenze“.
Così, a seguito di tutte queste esternazioni davvero fuori luogo e spregevoli, la Lega ha deciso. Nei giorni scorsi, ha indicato Sergio Armanini come candidato sindaco di Merano. Insomma, il suo partito lo ha candidamente perdonato. Un po’ come se le sue parole non avessero mai avuto un particolare peso.