I Vantaggi di Iniziare una Lezione di Fisica con una Poesia

Sono trascorsi diciassette anni da quando mi sono diplomata al liceo socio-psico-pedagogico. Sono stati gli anni di scuola più belli nella mia esperienza scolastica. Durante il mio percorso di studi mi sono appassionata alle materie umanistiche e il loro studio per me, non era solo imparare nozioni, ma era impegnarmi a realizzare il mio progetto di vita, quello di riuscire a diventare insegnante.

 

All’interno del mio percorso di studi mi sono avvicinata, se pur non con lo stesso spirito delle materie umanistiche, anche alle materie scientifiche-matematiche, quest’ultime più ostiche per me da affrontare. La prima volta che incontrai il mio prof. di fisica R.D.R. ero in difficoltà di fronte alla sua materia e lo spirito con cui mi avvicinavo ad essa non era sicuramente pronto e aperto ad accogliere tutte quelle regole, quelle nozioni e formule, così lontane dal mio mondo fatto più di sentimenti e anima.

 

“Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro… Dalle tre io comincerò ad essere felice.” [Il Piccolo Principe Antoine de Saint – Exupéry]

 

lezione di Fisica

 

Come accade al Piccolo Principe, le lezioni di fisica per me diventarono un appuntamento fisso, proprio come quello che si danno due persone che si vogliono bene. Il mio Prof. era solito entrare in classe ed iniziare la lezione con un aforisma, o una citazione di un autore piuttosto che di un filosofo. Questo suo approccio era per me un modo per rendere più piacevole una materia scientifica, dalle cui formule non ci si poteva allontanare. Il mio Insegnante riusciva così ad attirare la mia attenzione, e cominciavo a riflettere, a segnarmi, vicino alle formule di fisica, le frasi e i pensieri che il Prof. aveva pensato per noi. Anche nelle verifiche scritte, tra le domande a cui bisognava rispondere e le formule da completare, c’era sempre una frase di incoraggiamento.

 

Le sue lezioni di fisica non si esaurivano in aula, ma spesso continuavano nel giardino della scuola, sotto gli alberi per pensare, per riflettere e per condividere. Forse delle nozioni di fisica non mi è rimasto molto, ma di certo devo ringraziare il mio Prof. per avermi resa una persona competente, curiosa, che sa riflettere e pensare prima di agire. Forse devo a lui anche la mia capacità, e la mia forza di reagire e farmi coraggio di fronte alle situazioni difficili della vita.

 

Proprio come mi accadeva a scuola, di fronte alle formule di fisica mi ritrovavo in difficoltà, ma le poesie i pensieri che lui inseriva tra le righe o sceglieva di recitarci, scioglievano la tensione e mi comunicavano di non arrendersi, di provarci e andare avanti. I suoi pensieri, le sue poesie a distanza di molti anni significano molto per me. Uno in particolare lo ricordo bene, perché è stato poi il pensiero che ho dedicato agli ospiti il giorno del mio matrimonio: “La vera magia è trasformare un sogno in realtà e l’amore ha questo potere!”.

 

Penso quindi che utilizzare le poesie, prima di qualsiasi lezione, sia indispensabile per preparare non solo la mente ai nuovi apprendimenti, ma anche il cuore, il corpo e l’anima. Ed oggi che sono educatrice d’infanzia non posso non citare una parte della poesia di Loris Malaguzzi “Invece il cento c’è” che recita così “Il bambino è fatto di cento lingue, cento mani, cento pensieri, cento modi di pensare, di giocare e di parlare, cento sempre cento modi di ascoltare, di stupire, di amare[…] cento modi da scoprire, cento modi da inventare, cento modi da sognare […]”.

 

Concludo dicendo che tutti siamo fatti di “cento”, e le poesie con le loro sfumature e i loro messaggi profondi aprono porte a discussioni profonde e arrivano a tutti indistintamente anche se poi ad ognuno lasceranno un segno diverso. Grazie al mio Professore per aver lasciato questo segno.

 


Autore articolo
Valentina Vivian

Valentina Vivian

Insegnante

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