Didattica a Distanza, Papa Francesco Mette in Guardia: Ha Resto Studenti più Dipendenti da Internet e Più Vulnerabili

Papa Francesco parla delle conseguenze della pandemia e si sofferma in particolare sulle sofferenze che stanno vivendo gli studenti.

Papa Francesco mette in guardia

Papa Francesco afferma che vuole “rivolgere un particolare pensiero al popolo italiano, che per primo in Europa si è trovato a confrontarsi con le gravi conseguenze della pandemia, esortandolo a non lasciarsi abbattere dalle presenti difficoltà, ma a lavorare unito per costruire una società in cui nessuno sia scartato o dimenticato”.

Desidero soffermarmi ancora su un’ultima crisi, che, fra tutte, è forse la più grave: la crisi dei rapporti umani, espressione di una generale crisi antropologica, che riguarda la concezione stessa della persona umana e la sua dignità trascendente. La pandemia, che ci ha costretto a lunghi mesi di isolamento e spesso di solitudine, ha fatto emergere la necessità che ogni persona ha di avere rapporti umani” prosegue.

“Penso anzitutto agli studenti, che non sono potuti andare regolarmente a scuola o all’università. Ovunque si è cercato di attivare una rapida risposta attraverso le piattaforme educative informatiche, le quali hanno mostrato non solo una marcata disparità delle opportunità educative e tecnologiche, ma anche che, a causa del confinamento e di tante altre carenze già esistenti, molti bambini e adolescenti sono rimasti indietro nel naturale processo di sviluppo pedagogico” aggiunge.

Continua: “Inoltre, l’aumento della didattica a distanza ha comportato pure una maggiore dipendenza dei bambini e degli adolescenti da internet e in genere da forme di comunicazione virtuali, rendendoli peraltro più vulnerabili e sovraesposti alle attività criminali online“.

Infine specifica che è necessaria “una rinnovata stagione di impegno educativo, che coinvolga tutte le componenti della società poiché l’educazione è il naturale antidoto alla cultura individualistica, che a volte degenera in vero e proprio culto dell’io e nel primato dell’indifferenza“.

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