Manuela Ghizzoni, responsabile Scuola del Partito Democratico, si esprime in merito al Decreto Sostegni Bis e, in particolare, sulle modalità di reclutamento e formazione.
“Sebbene sia prevista anche nel Pnrr, la formazione iniziale dei docenti di scuola secondaria pare finita nel cono d’ombra: con un inspiegabile ribaltamento di prospettiva, il Governo ha messo mano, nel decreto, alle modalità di “reclutamento” e ha rinviato a un passaggio successivo la definizione delle caratteristiche professionali che i candidati al concorso devono possedere” afferma.
“Per la scuola secondaria non è più procrastinabile l’istituzionalizzazione di un percorso di formazione e tirocinio, che per il Partito Democratico deve essere integrato all’immissione in ruolo. Al percorso, post lauream, si deve accedere mediante concorso per un numero di posti corrispondenti al fabbisogno. Ai vincitori è attivato un contratto biennale, con prova finale (ad esempio un progetto di ricerca-azione), dopo la quale si entra in ruolo avendo già assolto all’anno di prova” aggiunge.
“Il percorso teorico e pratico prevede per il primo anno (retribuito) una formazione tesa alla specializzazione professionale associata ad attività di tirocinio diretto, di accompagnamento riflessivo sulle esperienze maturate e di insegnamento affiancato, con la collaborazione di tutor universitari e scolastici; nel secondo anno, l’attività formativa prosegue contestualmente all’effettivo servizio di insegnamento su posto vacante e disponibile” continua.
Ghizzoni prosegue: “Con rigore e coerenza rispetto agli obiettivi, al percorso è raccordata una procedura per chi già insegna nella scuola da almeno 3 annualità senza un titolo abilitativo o di specializzazione: all’accesso e in itinere se ne accerteranno i saperi e le competenze professionali acquisite sul campo, che saranno integrati con specifici moduli formativi“.
“L’occasione di mettere mano al percorso di formazione iniziale dei docenti di scuola secondaria non va sprecata perché è adesso che serve un supplemento di professionalità per affrontare problemi pedagogici, didattici e relazionali inediti. Ci auguriamo che questa riforma possa essere condivisa dall’ampio schieramento che sostiene il governo” conclude.