La vittima dello stupro di Palermo ha condiviso i suoi pensieri in una lettera aperta inviata al programma televisivo “Zona Bianca” di Mediaset, il cui contenuto integrale è stato riportato da Il Corriere della Sera.
La ragazza di 19 anni ha descritto il suo stato d’animo dicendo che ci sono momenti in cui non sta bene, ma cerca comunque di andare avanti, pensando al futuro. Non vuole permettere a chi le ha fatto del male di rovinare il suo domani.
La sua vita non è stata facile sin dall’inizio, ma ha sempre cercato di non farsi influenzare da chi cercava di condizionarla. Ha deciso di andare avanti, non solo per sé stessa ma anche per sua madre, che, nonostante fosse malata e costretta a letto, continuava a sorridere e a sperare in un futuro migliore. Sua madre non si è mai arresa, nonostante le difficoltà, e ha sempre creduto in un futuro in cui sarebbe stata in grado di camminare nuovamente. Questo le ha insegnato che anche una persona con cicatrici interiori può guardare avanti e sperare in un futuro migliore.
La ragazza vuole far comprendere alle donne che subiscono violenze che, nonostante possano sentirsi sporche e ferite, c’è sempre una soluzione. Ha speranza che, attraverso la denuncia e una legge giusta, le persone che commettono violenze contro le donne possano essere eliminate, contribuendo a creare un mondo migliore.
Ha menzionato le donne che, dopo aver subito violenza, temono di uscire di casa, ma ha sottolineato che non dovrebbero essere loro a rinunciare alla loro libertà, ma piuttosto coloro che commettono tali atti. Ha affermato che non sono le donne a sbagliare, ma gli uomini che vedono le donne come oggetti sessuali invece di esseri umani con emozioni, sentimenti e una storia personale.
Molte donne hanno paura di denunciare per vari motivi, compresa la vergogna e le possibili ripercussioni da parte di amici o parenti. La ragazza ha sottolineato che non dovrebbero vergognarsi di denunciare, ma chiunque abusi senza consenso.
Ha invocato una maggiore protezione e leggi più severe per incentivare le donne a denunciare. Ha affermato che, se ci fosse una maggiore tutela e sanzioni più severe, gli uomini penserebbero due volte prima di compiere tali azioni. Ha sottolineato che, se si affrontassero pene più lunghe, la maggior parte degli aggressori cesserebbe di agire.
Infine, ha sollevato il dibattito sulla “rieducazione” degli stupratori, chiedendo come sia possibile rieducare qualcuno che ha causato danni irreversibili a una persona. Ha condiviso il suo dolore nel non essere più in grado di interagire con gli uomini in modo intimo a causa dell’esperienza traumatica.
Le parole della giovane sono toccanti e mettono in luce l’importanza di proteggere le vittime e di combattere la violenza contro le donne.