Crepet: “Dite ai Vostri Figli che Andare a Scuola È il Loro Lavoro, Così Come Fanno Mamma e Papà. È Inaccettabile Vederli Svogliati”

Il noto psichiatra Paolo Crepet ha proposto un approccio innovativo per affrontare il problema dell’indolenza scolastica giovanile: lasciare che i giovani gestiscano in modo autonomo i loro compiti scolastici.

Durante un’intervista su Radio Cusano Campus, ha suggerito ai genitori di adottare un atteggiamento più distaccato e di ricordare ai loro figli che la scuola è come un lavoro per loro. Per spiegare meglio la sua idea, ha fatto un paragone con imparare a guidare una bicicletta, sottolineando che cadere e rialzarsi sono parti naturali del processo di crescita e apprendimento.

Crepet, noto per il suo interesse nell’incoraggiare i giovani a diventare più responsabili, ha anche espresso preoccupazioni riguardo all’impatto della tecnologia sull’educazione.

Durante la trasmissione radiofonica, ha condiviso la sua visione sulla creatività dei bambini, sottolineando l’importanza dell’uso di strumenti tradizionali come carta e penna, plastilina e colori per stimolare la loro immaginazione. Ha evidenziato le limitazioni della creatività digitale, sostenendo che le applicazioni su tablet non offrono la stessa libertà espressiva e personale rispetto agli approcci più tangibili e sensoriali.

Crepet ha anche sottolineato la differenza tra leggere un libro cartaceo e uno digitale, notando che toccare, sottolineare e annotare su un libro fisico fornisce un’esperienza sensoriale completa che il digitale non può replicare. Ha ricordato con affetto le fiere del libro per bambini, dove il contatto con il materiale cartaceo era coinvolgente per i sensi.

Il dottore ha criticato aspramente l’attuale classe dirigente, definendola “ignorante” e “figlia del tablet”, sottolineando la loro incapacità di adattarsi al mondo senza dipendere dalla tecnologia. Ha utilizzato l’esempio delle avventure di Sandokan come una testimonianza delle storie che una volta stimolavano la fantasia e l’intelletto dei giovani, ora apparentemente perse nell’era digitale.

Inoltre, Crepet ha sollevato la questione della responsabilità dei genitori nell’educazione dei loro figli, criticando coloro che trascurano di nutrire la creatività dei loro figli e di sostenerli nelle sfide educative, optando invece per lasciarli con una libertà senza guida.

Il dottore ha anche parlato del declino della calligrafia tra i giovani, collegandolo ai cambiamenti psicologici causati dall’uso eccessivo dei dispositivi digitali. Ha elogiato l’approccio svedese, che ha introdotto leggi per limitare l’uso dei media digitali tra i giovani, invitando a riflettere su come la creatività dei bambini sia minacciata dal mercato e dalla tecnologia.

La conversazione si è chiusa con una riflessione sulla solitudine provocata dall’uso eccessivo della tecnologia tra i giovani e l’importanza di ripristinare connessioni reali e fisiche nell’apprendimento e nella crescita personale. Crepet ha suggerito che il ritorno ai metodi educativi tradizionali non solo migliorerebbe l’esperienza educativa dei bambini, ma contrasterebbe anche la tendenza all’isolamento indotta dalla tecnologia.

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