Crepet: “Ma di Cosa ci Lamentiamo se i Genitori Danno La Colpa agli Insegnanti se Bocciano il Figlio e Vogliono Averla Vinta nei Tribunali?!”

In un’intervista concessa a Il Messaggero, Paolo Crepet, psichiatra e sociologo, affronta il triste episodio dell’omicidio di Giulia Cecchettin, uccisa dal suo ex fidanzato.

Colpa agli Insegnanti

Crepet sottolinea che non conosce direttamente il caso di Giulia e preferisce evitare diagnosi specifiche, ribadendo che parlare di “raptus” suona più da fumetto che da situazione reale. L’esperto osserva che questa tragedia non è un fatto isolato, ma fa parte di un contesto socio-culturale più ampio. Critica la solita narrazione mediatica focalizzata su periti e controperiti, sottolineando quanto sia doloroso per chi conosceva e amava la vittima.

Il termine “innamorato” viene messo in discussione da Crepet, specialmente in situazioni in cui l’amore si confonde con il possesso. L’idea che qualcuno debba essere trattato come una proprietà riflette una mentalità antiquata e pericolosa, evidente anche in zone considerate avanzate e ricche, come il Nord-Est d’Italia.

Crepet critica il modo in cui i genitori giustificano il comportamento dei figli, contribuendo a formare individui incapaci di gestire la frustrazione e il rifiuto. Secondo lo psichiatra, i social media hanno influito notevolmente sulle relazioni e sulle dinamiche sociali dei giovani, con la paura del “ghosting” che colpisce particolarmente la generazione Zeta, anche se situazioni simili esistevano già prima dei social.

Il consiglio di Crepet ai genitori è di non proteggere eccessivamente i propri figli, poiché ritiene che questa tendenza derivi da un senso di colpa infondato. Invita i genitori a consentire ai figli di affrontare autonomamente le sfide e di imparare a gestire la frustrazione. Secondo lui, giustificare continuamente i figli per ogni insuccesso è un errore: “Abbiamo creato ragazzi che non conoscono la frustrazione e non capiscono che esistono anche i ‘no’. La scuola è il territorio dei ragazzi e dei loro insegnanti, e i genitori non dovrebbero neanche entrare in questo campo. Sarebbe già una rivoluzione”.

Infine, Crepet sottolinea l’importanza del supporto sociale e di un intervento tempestivo per individuare e affrontare i segnali di relazioni potenzialmente pericolose.

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