Gli Insegnanti che Hanno ‘Bocciato’ La Scuola Senza Voti Hanno Scritto una Lettera, Ora Vogliono che Venga Letta da Tutti


In seguito alla lettura dell’articolo pubblicato dal Corriere della Sera il 4 novembre 2023, a firma della giornalista Monica Ricci Sargentini, abbiamo deciso di pubblicare la seguente dichiarazione sull’home page del sito perché lo consideriamo la nostra AGORÀ, luogo d’incontro, di scambio e di informazione sulla vita del nostro Istituto e perché crediamo in un confronto senza pregiudizi, aperto e democratico.

Partiamo dai fatti. Il Collegio docenti, in data 17 ottobre 2023, ha deliberato la conclusione del progetto della sezione G. Emerge da subito l’inesattezza contenuta nel titolo dell’articolo: “Chiude il Liceo senza voti”. Il Liceo Morgagni non è il liceo senza voti, la sezione G è una delle 10 sezioni del nostro Liceo. Chi ci conosce sa che da sempre nel nostro Istituto si realizzano progetti, sperimentazioni, attività culturali. E’ inoltre presente un’altra sperimentazione, quella della sezione Cambridge, che ha avuto la quasi unanimità dei voti per la sua prosecuzione.

La decisione, avvenuta nel rispetto delle norme della democrazia e con voto palese, si è svolta dopo anni di osservazione, dubbi, costante richiesta di confronti costruttivi. Interpretarla diversamente significa svilire un voto e offendere l’onestà intellettuale di chi si dichiara semplicemente contrario ad un progetto, ed offrire dunque una lettura meramente strumentale.

Delle criticità che molti di noi hanno rilevato sulla metodologia didattico – formativa utilizzata dalla sezione G, continueremo a discutere nelle sedi opportune, nel Collegio dei docenti e in giornate di approfondimento dedicate al tema della valutazione, auspicando sempre un confronto aperto, costruttivo e soprattutto rispettoso dei diversi punti di vista.

Nell’articolo si giustifica la scelta del Collegio con la motivazione della presunta invidia nei confronti di un progetto definito rivoluzionario. Il verbo invideo in latino ha, tra i suoi tanti significati, quello di guardare di traverso: in realtà noi docenti che abbiamo espresso parere contrario, la storia di questa sperimentazione l’abbiamo guardata “dritta in faccia”.

Non demonizziamo la valutazione numerica, accompagnata però dall’autovalutazione, dalla descrizione del voto perché riteniamo che esso contribuisca e incida sul percorso di crescita formativa dello studente. Crediamo nella valutazione numerica perché le tappe di un cammino sono segnate da numeri che indicano i chilometri fatti e quelli ancora da fare, e spesso aiutano gli alunni a capire in che modo costruire il proprio percorso di consapevolezza e di acquisizione di competenze e di saperi.

Il SAPERE. Perché questa parola fa tanta paura? Perché la scuola dovrebbe diventare solo il luogo in cui bisogna dare pochi compiti ed evitare lo stress, anziché essere un laboratorio in cui imparare ad orientarsi nella vita ed alimentare una cultura alternativa a quella che ci vuole imporre la società di massa?

Recuperare il valore di una scuola che si occupa della crescita formativa e culturale dei futuri cittadini, accompagnandoli nella gestione dei momenti di conflitto, aiutandoli ad affrontare lo stress e ad agire in modo consapevole e costruttivo, è per noi un obiettivo prioritario. Non osiamo immaginare cosa accadrebbe, diversamente, alla prima sconfitta davanti a cui tutti, nessuno esente, siamo chiamati a rispondere.

Lo scorso anno siamo rimasti in silenzio di fronte ai numerosi articoli di tante importanti testate giornalistiche che, non diversamente da quanto accaduto oggi, ci hanno dipinto come docenti che vessano e umiliano! Questa è un’offesa che non intendiamo più tollerare, stanchi di una narrazione non verificata, appiattita, assuefatta alle logiche del mainstream, esercitata soprattutto da coloro che dovrebbero essere garanti di un’informazione equilibrata e offrire un serio, pubblico servizio.

Quello che vogliamo ribadire è che l’unica priorità del nostro operato è favorire il BENESSERE dei nostri studenti, interrogandoci quotidianamente sul difficile momento storico che gli adolescenti stanno vivendo, sulla mancanza di relazioni autentiche e sulla difficoltà delle famiglie nell’assolvere al proprio ruolo educativo.

Questa è la scuola in cui crediamo, una scuola in cui si fa CULTURA e che, dunque, richiede cura, costanza, tenacia, coscienza, passione.

C’era un bel libro che anni fa ebbe un grande successo: I no che aiutano a crescere di Asha Philips. Il contesto era diverso, si parlava del valore pedagogico dei no dei genitori che aiutano la crescita dei figli. Prendiamo a prestito questo titolo solo per affermare che Il nostro No non significa negare per rimanere fermi, ma negare per crescere.

Non è un caso che già dal giorno successivo al Collegio abbiamo cominciato a scambiarci idee e riflessioni per dare vita a qualcosa di nuovo, di creativo e di costruttivo.

Perché questo è il Liceo Morgagni: non solo la scuola senza voti.

fonte: https://www.liceomorgagni.edu.it/news/lettera-firma-cinquanta-docenti-del-liceo-morgagni

Diventa un autore di MenteDidattica e pubblica i tuoi articoli!

Gli insegnanti che inviano la propria richiesta, una volta accettati, potranno pubblicare articoli su tematiche scolastiche preferite.