A Cormons, nel cuore del Friuli Venezia Giulia, c’è un luogo speciale che ospita uno dei volti più famosi del giornalismo sportivo italiano: Bruno Pizzul.
Oggi, il celebre telecronista ha deciso di trascorrere la sua pensione in questo angolo tranquillo, vivendo una vita da gentiluomo di campagna. Qui, Pizzul osserva la natura come una partita di calcio, con il suo primo tempo e il secondo tempo, le diverse stagioni, gli animali e il raccolto. E proprio come in una partita vera e propria, il suo messaggio è semplice: “Nessun pareggio a zero. Qualcosa succede sempre“.
Ma chi era Bruno Pizzul prima di diventare la voce delle partite di calcio che tanti di noi amano? Poche persone sanno che prima di raccontare le emozioni dello sport, Pizzul era un insegnante, un professore di scuola media. La sua materia? Le lettere. “Ho insegnato materie come storia, geografia, italiano e latino per tre anni alle scuole medie”, ha ricordato in un’intervista a La Repubblica.
Non solo ha influenzato le menti dei giovani studenti, ma ha anche lasciato un’impronta indelebile nei loro cuori. Spesso, mentre passeggia per le strade di qualche piccolo paese, viene riconosciuto da ex studenti diventati adulti. “Professore, si ricorda di me?” gli chiedono. E come per magia, i volti e i nomi di quei ragazzi tornano vividi nella mente di Pizzul.
Se c’è qualcosa che Pizzul ha sempre apprezzato, sono stati i suoi maestri nella vita. Parlando dei suoi mentori nel mondo del giornalismo, il tono di Pizzul diventa affettuoso e nostalgico. “I maestri sono fondamentali”, sottolinea, citando nomi leggendari come Beppe Viola, Gianni Mura, Mario Fossati, Emanuela Audisio e Vittorio Zucconi. “Mi manca quella gioia di stare insieme e condividere un momento conviviale dopo aver scritto in modo impeccabile”.
Nonostante il suo amore per l’insegnamento, la vita aveva in serbo per lui un’altra vocazione. Quando arrivò il momento di scegliere tra l’aula di classe e il microfono da telecronista, il cuore di Pizzul fu diviso. “All’epoca in cui scoprii di aver superato il concorso per diventare telecronista, ricevetti anche l’offerta di diventare professore di ruolo in storia e filosofia al liceo di Monfalcone”, racconta. Tuttavia, come ben sappiamo, alla fine scelse la strada del giornalismo sportivo, regalandoci anni di emozioni e commenti indimenticabili.