Sul caso del sedicenne che ha aggredito la propria insegnante di italiano al liceo scientifico Alessandrini di Abbiategrasso lo scorso 29 maggio, sono state prese delle decisioni che hanno destato sorpresa e indignazione. Il consiglio di istituto, riunito in seduta straordinaria, ha votato all’unanimità per l’espulsione e la bocciatura del ragazzo.
La notizia della sua espulsione non ha sorpreso, considerando la gravità dell’aggressione, ma la decisione di bocciatura ha destato un certo scalpore. Nonostante l’atto di violenza, lo studente aveva ottenuto risultati scolastici positivi, con una media del 9 in fisica e 8 in matematica. Di conseguenza, la famiglia ha deciso di presentare ricorso contro il provvedimento di bocciatura.
Il caso ha suscitato reazioni anche sui social media, tra cui il commento del noto virologo Roberto Burioni su Twitter. Burioni ha scritto: “Uno studente sedicenne accoltella una sua insegnante quasi uccidendola. La scuola decide la sua espulsione e la sua bocciatura. I genitori, invece di sotterrarsi dalla vergogna, fanno ricorso al TAR a favore del loro figliuolo. In questa notizia è riassunta l’Italia del 2023”.
La reazione della famiglia, che ha deciso di ricorrere al TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) per contestare la bocciatura, ha sollevato interrogativi e polemiche sulla responsabilità e sulle conseguenze di tali azioni all’interno del contesto scolastico. L’episodio evidenzia le sfide che le istituzioni scolastiche devono affrontare nel garantire un ambiente sicuro e il giusto equilibrio tra valutazione accademica e comportamento degli studenti.
Ora spetta al TAR valutare il ricorso presentato dalla famiglia e decidere sul futuro del ragazzo. Nel frattempo, la vicenda continua a suscitare dibattiti sulla disciplina scolastica, la sicurezza degli insegnanti e la necessità di un’educazione che promuova il rispetto e il benessere di tutti gli attori coinvolti nel contesto educativo.