In Aula Insegnanti Torniamo a Parlare di Libri Letti, di Idee e di Scoperte, di Argomenti Culturali Significativi, della Relazione con Le Classi e con i Singoli Studenti

Quando in aula insegnanti si (ri)comincerà a parlare di libri letti, di idee e di scoperte, di argomenti culturali significativi, della relazione con le classi e con i singoli studenti, di psicologia dell’età evolutiva e delle difficoltà dell’insegnamento – anziché essere costretti a un continuo e grottesco “dovresti compilare il PDP”, “hai riempito il modulo di educazione civica”?, “dove trovo il modello di verbale?”, “come si inserisce la programmazione nel registro elettronico?”, “mi mandi i tuoi programmi per la programmazione di classe?”, “a che punto sei con la relazione finale?”, “dovresti inserire i livelli nella certificazione delle competenze”, “avrei bisogno delle ore di PCTO per il documento del 15 maggio”… – significa che avremo risolto gran parte dei problemi della scuola.

In un post su Facebook che sta catturando l’attenzione di molti, un insegnante ha espresso il desiderio di vedere un cambiamento nelle conversazioni nelle aule scolastiche. L’idea è chiara: tornare a parlare di cose importanti come libri, idee, e relazioni con gli studenti, anziché perdere tempo in una burocrazia che sembra senza fine.

Il post evidenzia il desiderio di concentrarsi su argomenti culturali significativi, come la psicologia dell’età evolutiva e le sfide dell’insegnamento. Invece di discutere continuamente di moduli, registri elettronici, e compiti amministrativi, l’autore invoca un ritorno alla semplicità e alla sostanza dell’insegnamento.

Il linguaggio grottesco delle richieste amministrative viene descritto come un ostacolo frustrante per gli insegnanti, che desiderano dedicare più tempo ed energia a ciò che realmente importa: l’apprendimento degli studenti. Le domande ironiche come “a che punto sei con la relazione finale?” e “dove trovo il modello di verbale?” rappresentano la realtà quotidiana di molti educatori.

L’appello per un cambiamento è accompagnato dalla speranza che tornare a concentrarsi sugli aspetti fondamentali dell’insegnamento possa risolvere molti dei problemi attuali della scuola. La discussione online generata dal post suggerisce che molti condividono questa visione, chiedendo un’istruzione più centrata sugli studenti e meno incentrata sulla burocrazia.

Con le riforme dell’istruzione sempre più al centro del dibattito pubblico, l’appello dell’insegnante potrebbe essere il grido di sveglia necessario per riflettere sulle priorità nella scuola. Forse è tempo di semplificare, mettendo libri, idee e relazioni al centro del processo educativo, lasciando da parte le richieste amministrative che sembrano soffocare la passione di insegnanti e studenti.

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