La Scuola Forma, La Famiglia Ferma

La scuola ha il suo ruolo ben definito, così come la famiglia ha il proprio. È fondamentale che ognuno svolga le proprie funzioni senza sovrapporsi. La famiglia non deve in nessun modo sostituirsi alla scuola, e il docente deve essere rispettato nella sua specifica funzione, evitando di gravarlo con compiti estranei alla sua professione di educatore.

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Il docente non può essere chiamato a fungere da sociologo, psicologo, psichiatra, infermiere o altre figure professionali. Il suo compito principale è insegnare: tenere lezioni, spiegare argomenti, interrogare gli studenti, somministrare verifiche scritte e monitorare l’andamento didattico-disciplinare degli alunni. Questi sono i compiti che gli spettano e non dovrebbe essere sovraccaricato di ulteriori responsabilità.

È preoccupante osservare una crescente tendenza a scaricare sulle spalle degli insegnanti le mancanze dei genitori, che sembrano incapaci di gestire le questioni educative dei propri figli. La scuola non può e non dovrebbe essere chiamata a svolgere il ruolo di “pompiere” per risolvere problemi che dovrebbero essere affrontati a livello familiare.

È un fenomeno ricorrente tirare in ballo la scuola ogni volta che si parla di educazione. È forse difficile comprendere che la scuola svolge il suo compito educativo in modo instancabile, con insegnanti che si impegnano quotidianamente senza mai arrendersi? L’educazione civica è parte integrante del nostro insegnamento, impartita regolarmente fin dai primi anni di vita, eppure sembra che il problema sia altrove.

La tendenza a delegare sempre di più alla scuola è evidente, con discorsi sull’educazione all’affettività, all’educazione civica, all’educazione ai sentimenti, e così via. Tuttavia, va sottolineato che la prima educazione, la base fondamentale, viene fornita a casa. Noi docenti facciamo del nostro meglio per contribuire a formare individui consapevoli e responsabili, ma se la famiglia non sostiene il nostro sforzo e distrugge ciò che costruiamo, le nostre azioni risultano limitate.

La collaborazione tra famiglia e scuola è essenziale per il successo dell’educazione. Mentre insegnanti offrono lezioni, guida e supporto, è fondamentale che le famiglie contribuiscano a consolidare questi insegnamenti a casa. In questo modo, si crea un ambiente educativo completo e coerente. Se, invece, la responsabilità viene scaricata esclusivamente sulla scuola, il rischio di fallimento nell’educazione dei giovani diventa inevitabile.

L’esempio tragico di Giulia Cecchettin ha messo in evidenza l’importanza del ruolo educativo della famiglia, ma aggiungere un’ora specifica sull’affettività e sui sentimenti non dovrebbe essere visto come la soluzione al problema. I docenti, infatti, già quotidiana dialogano con gli studenti su temi come le relazioni e l’affettività attraverso lo studio della letteratura, della filosofia e della storia.

La scuola, da sola, non può risolvere tutti i problemi educativi. È indispensabile il sostegno delle famiglie per garantire un apprendimento completo e un ambiente educativo sano. Senza questa collaborazione, il sistema educativo rischia di essere compromesso, e la formazione degli studenti sarà inevitabilmente una sconfitta.

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