In un’iniziativa della “Scuola dei Beni Comuni” a Ragusa, Orizzonte Scuola ha intervistato il professor Luciano Canfora. Ha condiviso alcune riflessioni chiare sulla scuola, analizzando brevemente le trasformazioni passate e future.
Questi cambiamenti riguardano il modo in cui insegniamo, i problemi legati a stipendi e struttura, nonché la questione della dispersione scolastica e i pericoli dell’autonomia differenziata. La sua analisi è radicata nelle profonde modifiche che la scuola italiana ha subito negli ultimi 30 anni, caratterizzate da numerosi cambi di ministri (13 per l’esattezza) e altrettante riforme, più o meno radicali.
Secondo Canfora, la scuola è peggiorata a causa di un motivo spesso trascurato: una trasformazione da un approccio culturale a uno burocratico e produttivistico. Anche la gestione delle promozioni è problematica, portando a un calo della serietà nello studio.
Il professor Canfora è critico riguardo ai sistemi di valutazione nazionali come gli Invalsi, che considera delle truffe. Questo perché ritiene che il vero problema sia la scarsa attenzione e risorse finanziarie allocate alla scuola nel bilancio dello Stato. Nonostante le crisi economiche, i finanziamenti all’istruzione sono costantemente diminuiti, collocando l’Italia al di sotto della media europea. Canfora suggerisce che una vera riforma dovrebbe significare un aumento significativo degli investimenti nella scuola, con salari più alti per gli insegnanti, miglioramenti nelle strutture scolastiche e iniziative per combattere la dispersione scolastica.
Inoltre, Canfora critica aspramente il concetto di autonomia differenziata come un passo indietro culturale, che favorisce chi è più ricco e mette a rischio la lingua nazionale in favore dei dialetti e del regionalismo. Egli ritiene che questa sia la battaglia più importante da combattere nei prossimi anni.