Con l’inizio del nuovo anno scolastico, 12 milioni di studenti francesi stanno tornando a scuola con una regola importante: non possono indossare l’abaya, un vestito lungo e coprente scelto da alcune studentesse musulmane come alternativa al velo. Questa decisione mette in evidenza quanto la Francia tenga alla laicità, uno dei suoi principi principali.
Il ministro dell’Istruzione, Gabriel Attal, ha spiegato in un’intervista a Rtl che ci sono 513 scuole “potenzialmente coinvolte” in questa questione. Per garantire che il divieto venga rispettato, sono state formate 2.000 persone, tra ispettori e responsabili del settore “laicità e valori”. In Francia, la laicità nelle scuole non è una novità, gli studenti non possono mostrare segni esterni della loro religione, e alcune ragazze avevano scelto l’abaya come alternativa al velo.
Tuttavia, il ministro Attal ha chiarito che non ci sono piani per estendere questa regola ai genitori che accompagnano i loro figli a scuola. Un’altra idea interessante è l’introduzione delle uniformi scolastiche in alcune scuole come esperimento, anche se il ministro stesso ha espresso dubbi sulla sua efficacia come soluzione ai problemi dell’educazione.
Il presidente Emmanuel Macron, in un’intervista a France Info, ha ribadito che “dalla scuola dell’infanzia a quella superiore, la scuola è un luogo laico” e non deve ospitare simboli religiosi. Macron vede anche l’introduzione delle uniformi come un modo per aprire un dibattito pubblico sul ruolo della religione e dell’identità nelle istituzioni educative.
Questo nuovo capitolo nella lotta per la laicità riflette i dibattiti più ampi in Francia sulla multiculturalità, l’integrazione e il ruolo della religione nello spazio pubblico.