Morte Gigi Proietti, Ecco Le Sue 10 Migliori Frasi e Battute

Per decenni ha fatto sorridere e riflettere generazioni intere di italiani, è stato uno degli intrattenitori più grandi di sempre tra tv e teatro, ecco 10 delle sue “perle”.

Morte Gigi Proietti

Muore proprio nel giorno del suo 80esimo compleanno Gigi Proietti, storico comico ed intrattenitore a tutto tondo della scena teatrale e televisiva italiana. Un improvviso arresto cardiaco lo ha portato via, lasciando un grande senso di vuoto nei cuori dei suoi cari e di tutti quelli che in questi decenni lo hanno amato.

Per anni ci ha regalato tanti sorrisi grazie al suo talento innato per battute spettacolari, regnando tra teatro e tv, ma ci ha anche aiutato spesso a riflettere grazie alla sua brillantezza nel saper trovare dei concetti di saggezza anche attraverso le risate.

Ecco 10 delle sue migliori frasi e battute per ricordarlo:

  • La televisione è un apparecchio che ha trasformato la cerchia familiare in un semicerchio.
  • Mi diverto e mi pagano pure. È una pacchia.
  • “Potrei esserti amico in un minuto, ma se nun sai ride mi allontano. Chi non sa ride, mi insospettisce.”
  • “Vivi, lascia vivere ma soprattutto… nun te fa pijà per culo.”
  • “Signor Conte io non scherzo. Non scherzo mai.. Io gioco. Sì, er gioco è una cosa serissima. Perché chi scherza lo fa pe divertisse, ma chi gioca punta, s’illude, s’inventa un lieto fine.. Che non arriva mai.”
  • Non sono stati i mass media a far resuscitare il mito Battisti. Ma il suo mito a far risuscitare i mass media.
  • Ma bisogna ricordarsi che il teatro non è la tv. In tv ogni settimana devi dire cose diverse perché il pubblico è lo stesso. In teatro ogni sera il pubblico cambia ed è il testo a rimanere lo stesso. Sennò pure Petrolini avrebbe dovuto smettere di fare Gastone.
  • Ringraziamo Iddio, noi attori, che abbiamo il privilegio di poter continuare i nostri giochi d’infanzia fino alla morte, che nel teatro si replica tutte le sere.
  • Benvenuti a teatro, dove tutto è finto ma niente è falso.
  • Ricordare è un mestiere rischioso, perché ha bisogno di stimoli forti.

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