Perché Dire Addio ai Voti Numerici? Sono Chiari Come il Sole, Comprensibili a Tutti, Non Ha Senso Abolirli

Le scuole stanno sempre di più decidendo di dire addio ai voti in numeri decimali e di abbracciare i giudizi in parole. L’obiettivo è evidente: rendere meno duro un giudizio negativo per gli studenti e, allo stesso tempo, incoraggiarli a migliorare dal punto di vista psicologico e culturale.

Un articolo scritto da Ferdinando Camon, uno scrittore ed ex commissario d’esame, ha raccontato la sua esperienza sul quotidiano Avvenire. Secondo lui, i numeri sono “chiari come il sole”, mentre i giudizi in parole possono essere più flessibili e adattabili. Camon ha condiviso storie di colleghi che usavano segni alfabetici in un “ordine segreto” per evitare problemi con ispettori dello Stato, dimostrando quanto questo sistema possa essere complicato.

Quando hanno chiesto a Cesare Musatti, il presidente degli psicanalisti italiani, se preferisse “giudizi o numeri?”, la sua risposta è stata inequivocabile: “Numeri”. Un voto basso come un “4” è subito comprensibile per le famiglie, mentre un giudizio come “insicuro e incerto” può portare a confusione.

In effetti, i numeri sono più chiari e diretti, facilitando la comprensione sia per gli studenti che per le famiglie. Anche se i voti numerici possono causare stress e creare gerarchie, è un’illusione pensare che i giudizi in parole siano esenti da queste conseguenze.

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