Agostino Miozzo si esprime sulla situazione drammatica che sta vivendo il paese, e soprattutto la scuola, a causa della pandemia.
“Ho la posta elettronica invasa da messaggi di genitori che mi raccontano le difficoltà e i drammi dei loro figli. Non ci rendiamo conto che la nostra incapacità di trovare soluzioni al problema della scuola sta aiutando a costruire una generazione di ragazzi fragili ed insicuri” afferma.
Miozzo parla a “La Stampa” di rientro in classe: “Sul ritorno a scuola non esprimo un pensiero personale ma quello del coordinatore del Cts che riflette il pensiero di tutti i colleghi del comitato e della comunità scientifica internazionale. Il diritto alla scuola dovrebbe essere un imperativo nel nostro Paese ma constatiamo ancora ritardi nell’organizzazione dei trasporti, nello scaglionamento degli orari piuttosto che nelle verifiche sanitarie“.
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“Noi del Cts abbiamo iniziato a mettere a verbale questi suggerimenti a fine aprile per dare una risposta alle necessità della scuola. Se dipendesse da me avrei riaperto le scuole da tempo, e oggi non posso che essere solidale con i ragazzi, fanno bene a protestare” continua.
“Vorrei poter scendere anch’io in piazza con loro, convinto come sono che la didattica a distanza sia un eccellente strumento pedagogico, molto utile in situazioni di emergenza, ma non può essere l’escamotage, la scorciatoia alla nostra evidente incapacità di riorganizzare un percorso scolastico tradizionale compatibile con l’epidemia in corso” conclude.