In Classe Vietati Bermuda, Canotte e Jeans Strappati, La Scuola Non È una Discoteca

Siamo arrivati al mese di Maggio, questo significa che si è agli sgoccioli dell’anno scolastico. Maggio però coincide anche con le calde temperature ed ecco allora che spuntano le prime critiche e avvisi da parte dei Dirigenti Scolastici, in particolare si fa riferimento al Dress Code.

Il primo proviene dalla Dirigente Scolastica dell’istituto comprensivo di Leonardo da Vinci di Milano. È stata infatti inviata una circolare diretta alle famiglie nella quale si ricorda che è vietato per gli alunni e alunne indossare pantaloncini, canottiere, bermuda e ogni altro capo di abbigliamento ritenuto non idoneo ad un ambiente scolastico.

Al riguardo sono state espresse molte critiche, ma anche apprezzamenti, in particolare quelli della sociologa Chiara Saraceno che dice: “Fino a dieci anni fa nessuno si sognava di andare a scuola o all’università con le infradito. La differenza tra la spiaggia o la scuola dovrebbe essere mantenuta. Non è un problema di quanta pelle si mostra ma che ci si presenti in modo diverso a seconda del luogo che si frequenta. Senza esagerare nel formalismo è necessario che come si imparano i ritmi del tempo è utile imparare la diversità dei luoghi: l’aula non è la discoteca

Vietati Bermuda

Ma la città di Milano non è sola: possiamo ricordare infatti come, lo scorso anno, in un istituto di Rimini si sia avvertita l’esigenza di emanare un Dress Code. Le cose non sono cambiate nemmeno quest’anno, infatti dopo 3 infrazioni gli studenti verranno richiamati con una nota scritta.

E come dimenticare la circolare del Liceo Righi di Roma dello scorso anno?

A titolo meramente esemplificativo: a scuola le infradito non sono eleganti. In spiaggia, magari, sì. A scuola una minigonna non è elegante. In discoteca, magari, sì. A scuola, un pantalone corto(con eventuali peli sulle gambe, di varia lunghezza, annessi) non è elegante. E non lo è da nessun’altra parte. A scuola, far vedere le ascelle non è elegante. Dal dottore, magari, sì. A scuola, mostrare le proprie mutande mentre si cammina per i corridoi non è elegante. Se si dovesse diventare testimonial di qualcuno, magari, sì

E si continua a leggere nella circolare: “Mi permetto di prevenire qualsiasi possibile istanza avente ad oggetto la pretesa percezione di temperature sub-sahariane che potrebbero, nell’ottica di qualcuno, fungere da giustificazione a scelte di abbigliamento più adatte ad una spiaggia che non ad una scuola. Abbiamo la fortuna di vivere in una zona del mondo beneficiata dal così detto clima temperato mediterraneo: senza entrare nello specifico, estati secche ed inverni miti. C’è di peggio. Qualora doveste mai frequentare scuole situate in zone di clima equatoriale, ne potremo riparlare. Al momento, no

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9 commenti su “In Classe Vietati Bermuda, Canotte e Jeans Strappati, La Scuola Non È una Discoteca”

  1. contrarissimo a questi divieti………..
    Questi divieti lasciateli fare agli Islamici che anche loro, prima o poi, capiranno quanto tempo han perso per dar retta al Corano.
    Qui siamo in Occidente e si e’ lottato ( dallo scoprir la caviglia in poi) per quanto sino ad ora raggiunto.

    Quello che invece si dovrebbe fare, nello specifico, e’ impedire che la scuola cada in mano ai privati.

    • eccolo là il commento sulla libertà, non c’entra niente la libertà ma solo rispetto del luogo che si frequenta, si può essere liberi lo stesso nel rispetto dei luoghi che si frequenta. Non credo che quando sarà il momento vadano a lavorare con le canottiere o gli infradito. Se li immagina lei un avvocato che si presenta in tribunale in canottiera? Io concordo con la sociologa Chiara Saraceno: “Senza esagerare nel formalismo è necessario che come si imparano i ritmi del tempo è utile imparare la diversità dei luoghi: l’aula non è la discoteca”.

    • Non è islamismo o mancanza di libertà. …. si parla di decoro rispetto educazione e dignità
      Avere delle regole non è mancanza di libertà ma è civiltà
      Questo non c’entra niente con i problemi che ci sono in Italia nella scuola

  2. Si… infatti abbiamo visto a che punto siamo arrivati… spiagge nudiste, mamme davanti alle scuole che fanno le sfilate di moda per chi viene più svestita, anche d’inverno, per non parlare in strada di tutto ciò che si vede, i fidanzati con le ragazze accanto quasi nude… a tutto questo io preferivo gli anni del vestire fino alle caviglie almeno quando guardavi il ginocchio di una donna ti saliva già l’adrenalina… ora la donna è valutata come “tanto una vale l’altra…” la verità è che oggi il corpo di una donna non è più valorizzato per quello che merita davvero!

  3. Faccio l’nsegnante da 20anni Negli USA, e qui tutte le scuole statali hanno un dress code. Per la Semplice ragione che gli studenti, specialmente gli adolescenti, vengono distrattti da indumenti indecenti che coprono il minimo. Penso che la scuola, come il lavoro, deve avere delle regole, un dress code e comportamenti adeguati; dignitosi, non degradanti. Senza queste condizioni le scuole, cosi come il mondo del lavoro, ne pageranno conseguenze negative come; distrazioni dallo studio e impegno, SESSO promiscuo, gravidanze indesiderate, aborti, abusi, ecc. Senza regole e un dress code s’invita la rovina.

  4. E’ giustissimo ed è doveroso dare delle regole di decoro nelle scuole. Quando finiranno di studiare e dovranno entrare nel mondo del lavoro si riusciranno a integrare più facilmente. Poter fare come ci pare è negativo per tutti. Le regole e le leggi purtroppo sono necessarie per una civile convivenza, senza sarebbe l’ anarchia.

  5. “Mi permetto di prevenire qualsiasi possibile istanza avente ad oggetto la pretesa percezione di temperature sub-sahariane che potrebbero, nell’ottica di qualcuno, fungere da giustificazione a scelte di abbigliamento più adatte ad una spiaggia che non ad una scuola. Abbiamo la fortuna di vivere in una zona del mondo beneficiata dal così detto clima temperato mediterraneo: senza entrare nello specifico, estati secche ed inverni miti. C’è di peggio. Qualora doveste mai frequentare scuole situate in zone di clima equatoriale, ne potremo riparlare. Al momento, no”

    Dire “delinquenziale” è dire poco. Roma in estate ha più o meno le stesse temperature della Sicilia, e sono bastevoli a provocare un collasso.
    Cari presidi, volete imporre un dress code? Benissimo, sono d’accordo. Quando avrete installato i condizionatori in ogni aula, avrete tutto il diritto di farlo. Fino a quel momento, no.

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