La Calcolatrice Scientifica a Scuola

Tutto ha inizio nel 2011, con un sondaggio del portale TuttoScuola sull’indice di gradimento della matematica rispetto alla popolazione italiana, con particolare riferimento all’uso delle nuove tecnologie.

Un quadro confortante, ove il 94% degli intervistati dichiara di fare un uso quotidiano della matematica: secondo gli italiani la matematica serve per vivere meglio.

Un grosso salto rispetto al passato, ove la matematica era considerata come un oggetto meramente astratto.

Oggi, anche grazie alle nuove tecnologie, la matematica è considerata come uno strumento necessario non solo per le attività lavorative, ma anche nella vita di tutti i giorni.

Ne consegue che è sempre più necessario adottare nuove tecnologie a supporto dell’apprendimento e della soluzione di problemi complessi. Non a caso per gli smartphone di tutte le marche, sono disponibili applicazioni di indiscusso livello riguardo al calcolo e alla matematica in generale.

calcolatrice

E la novità è che a cadere è proprio l’ultimo tabù del divieto di uso della calcolatrice scientifica a scuola. Già nel sondaggio, oltre l’87% del campione di 1100 persone, tra studenti, docenti, dirigenti scolastici dichiara apertamente il proprio assenso all’utilizzo non solo della calcolatrice, ma anche del personal computer, fin anche durante l’esame di maturità.

E, per estensione, sarebbe addirittura auspicabile l’accesso al world wide web perché l’aspetto puramente nozionistico dell’apprendimento non è quello che dura nella memoria nello studente.

A restare, invece, è il metodo, che diviene parte integrante e patrimonio permanente della persona. E’ proprio dal processo di pianificazione, reperimento, selezione ed organizzazione del materiale raccolto che si costruisce la capacità di elaborare soluzioni a problemi complessi.

Nel resto dell’Unione Europea, soprattutto nei paesi più progrediti, ai ragazzi è consentito l’utilizzo delle calcolatrici scientifiche programmabili, proprio quelle capaci di effettuare calcoli simbolici e costruire automaticamente grafici di funzioni.

Dal report del 2011, risulta che l’uso delle calcolatrici programmabili è consentito in Francia, Germania, Austria, Danimarca, Norvegia, Svezia, Svizzera, Finlandia, Regno Unito e Paesi Bassi. E’ quindi del tutto ingiustificato il timore rispetto agli strumenti avanzati di calcolo.

L’indagine Ocse-Pisa del 2009 conferma questo fatto: nella classifica del livello di apprendimento della matematica, i paesi che consentono l’utilizzo delle calcolatrici elettroniche si collocano nella parte alta mentre, tanto per cambiare, l’Italia resta nelle retrovie, con un misero 35° posto su 74, tra gli ultimi in Europa.

Ne risulta, in modo anche piuttosto chiaro, che gli studenti che si avvalgono delle tecnologie moderne dimostrano di essere più capaci. Molto è cambiato in Italia nell’atteggiamento dei docenti, che sono non solo più “permissivi”, rispetto al passato, ma partecipano attivamente allo sviluppo dei programmi supportato proprio dalle nuove tecnologie.

Infatti per programmare una calcolatrice occorre risolvere il problema in modo astratto, una volta per tutte, cioè costruirne il modello formale. Vale a dire che, per trarre veramente vantaggio degli strumenti elettronici di supporto, occorre necessariamente conoscere la teoria e saperla applicare al caso concreto. Eppure, le calcolatrici programmabili sono disponibili nel mercato dell’elettronica di consumo fin dalla metà degli anni ’80, e cioè -nientemeno- da trent’anni.

Dopo lungo tempo, la percezione rispetto a questi strumenti sta radicalmente cambiando, sia nel mondo accademico che nella comunità dei consumatori. Alla base di questo cambio di consapevolezza sta la percezione della matematica, oggi sempre più vista come strumento atto a costruirne altri sempre più complessi. Va da sè che più sono sofisticati gli strumenti e migliore è la conoscenza che se ne può produrre.

E sono gli stessi istituti scolastici a cambiare una visione che, nei primi anni ’80, sfiorava il pregiudizio. L’idea che l’uso della calcolatrice in classe sia come “barare” è ormai alle nostre spalle, perché è innegabile che gli strumenti tecnologici siano un valido aiuto non solo per eseguire i calcoli, ma anche per imparare la materia.

Il vantaggio nell’uso della calcolatrice non è solamente legato al fatto che, per usare una calcolatrice, bisogna innanzitutto aver capito il procedimento matematico. Demandare allo strumento l’onere della mera esecuzione del calcolo, è decisamente la parte meno interessante, più lunga e faticosa che, alla fine, distoglie lo studente dal cuore del problema. E non solo: gli strumenti di calcolo possono essere usati non solo dagli studenti per risolvere problemi, ma anche dai docenti per insegnare gli strumenti teorici a monte.

 

Un circolo virtuoso che provoca benefici non solo alla conoscenza, ma anche allo stesso mercato. Ad essersene accorta, ad esempio, è è Casio Italia che ha aperto un lodevolissimo fronte di collaborazione con le scuole. Nel sito Casio Edu è possibile reperire un interessante compendio di strumenti a supporto della matematica per il triennio della scuola superiore, svolti con l’ausilio di una calcolatrice scientifica.

Un esperimento nato nel lontano 2009, che vede l’azienda collaborare con un network di docenti per esplorare l’impiego delle calcolatrici scientifiche nella scuola, ne è risultato un compendio di argomenti presentati mediante una guida passo passo attraverso tutti gli argomenti della matematica del triennio: dall’aritmetica nel campo Reale e dei Complessi, ai Logaritmi, dalle Equazioni ai Grafici di Funzione e poi Trigonometria, Geometria, Statistica, Calcolo Matriciale e molto altro. Ma anche gli altri competitor, come Texas Instruments ed HP non stanno certo a guardare.

La calcolatrice scientifica, quindi, è uno strumento validissimo a supporto non solo dell’esecuzione dei calcoli, ma anche del curriculum scolastico. E, lo ribadiamo, questa tendenza è veramente virtuosa, usare una calcolatrice scientifica a scuola non solo fa bene alla cultura – e si che ne abbiamo bisogno – ma anche supporta il mercato, condizione purtroppo imprescindibile, oggi, perché lo sviluppo di nuove tecnologie arrivi al grande pubblico.

 

di Lidi Matematici – www.lidimatematici.it

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