Che Cosa Significa Essere un Bravo Insegnante

di Gianni Marconato - da questo link

Leggo spesso citazioni e frasi ad effetto sulla potenza del bravo insegnante.

Dato che questo tema mi prende parecchio, soprattutto per ragioni professionali, cerco di capire in cosa possa consistere il “bravo insegnante”.

La risposta non è una sola,  ma di certo una è anche quella che segue.

bravo insegnante

Credo che nell’esperienza scolastica di tanti studenti l’apprezzamento vada a quegli insegnanti che li hanno aiutati a vivere l’esperienza di aver capito qualcosa di significativo, qualcosa che avesse avuto la pena di capire.

Capito, non memorizzato.

L’esperienza di capire è qualcosa di nuovo è impagabile.

Capire vuol dire dare un significato personale agli “oggetti” che la scuola propone agli studenti di imparare. Capire vuol anche dire agganciare le cose nuove a quelle che già si sanno.

Conversando con insegnanti mi imbatto spesso in espressioni come: gli ho detto,  gli ho spiegato … perché è importante … perché è utile…. che in futuro si accorgerà che …

Ecco, il “dire che” non ha nulla a che fare con la comprensione.

Il “dire” è un gesto dell’insegnante; il dire riflettere la comprensione e la consapevolezza dell’insegnante, che non è, se non in casi rarissimi, anche quella dello studente.

L’insegnante può dire quel che vuole, può avere anche le più solide e fondate convinzioni, può essere in grado di argomentare per ore, ma se lo studente non “capisce” in modo autentico (e non per quell’ubbidienza dovuta in cambio di un buon voto), tutto scivola via e prima o poi viene dimenticato.

L’insegnante con tutta la sua competenza, con tutta la sua buona volontà non avrà lasciato nulla dentro lo studente (anche se si è guadagnato un buon voto) e quello studente non avrà ragioni per ricordarsi di quell’insegnante.

Diverso è per quell’ insegnante che è riuscito ad aiutare lo studente ad aprire la sua mente ad un pensiero nuovo, ad una nuova comprensione. Quell’insegnante sarà ricordato, apprezzato, ammirato. Molto di più di quell’insegnante che ha elargito dei buoni voti.

Cosa caratterizza questo insegnante? Di certo il “bravo insegnante” è una persona capace di ascolto. L’insegnante capace di ascoltare più di quanto parla non può non essere un bravo insegnante.

Anche se non basta.

 


Autore articolo
Gianni Marconato

Gianni Marconato

Psicologo e formatore

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6 commenti su “Che Cosa Significa Essere un Bravo Insegnante”

    • Abbiamo aggiornato l’intestazione dell’articolo con la fonte principale. In principio avevamo scritto nome e sito web del blog. Pensavamo fosse sufficiente ma aggiornare non è costato nulla.

  1. Per me insegnare è un’arte! Non tutti possiedono questo dono. Oggi la funzione docente è cambiata rispetto al passato perchè è cambiata la società in cui viviamo più improntata verso la tecnologia, con problemi diversi rispetto al passato ( iperattività, Dsa, Bes, mancanza d’affetto, di fiducia e autostima, famiglie in crisi, genitori che delegano l’educazione dei figli e non riescono ad instaurare un dialogo con loro, i pericoli nell’utilizzo della rete, il bullismo e cyberbullismo,ecc)
    Un buon insegnante è colui che prima di tutto riesce a stabilire con i suoi alunni una buona relazione, creando empatia, stima e fiducia. E’ necessaria una nuova didattica più inclusiva e metodologie piu’ attente al coinvolgimento dei bambini/alunni, per permettere lo sviluppo personale ( affettivo-relazionale, cognitivo,ecc) e garantire così il successo scolastico di ciascuno. L’insegnante deve essere in grado (con la sua conoscenza e le sue competenze acquisite anche con una costante formazione ) di garantire a tutti il successo scolastico cercando di individuare e sviluppare in ciascun alunno i suoi talenti ( vedi intelligenze multiple di Gardner). Credo inoltre che un buon insegnante debba essere UMILE e capire anche che può sbagliare e fare meglio sempre, ossia deve essere in grado di saper mettersi in gioco. Un’altra qualità spesso poco considerata è quella di condividere la propria conoscenza ed esperienza acquisita negli anni con i propri colleghi. C’è troppo individualismo e poca voglia di condividere. Molta strada deve essere ancora fatta secondo me! La mia idea di scuola è ancora molto distante da come la vorrei, spero che il merito venga veramente riconosciuto con criteri equi. Un altro aspetto molto importante è che ad una adeguata qualità dell’insegnamento deve corrispondere anche un giusto ricompenso in termini di stipendio. Un insegnante gratificato è più motivato ad insegnare! Concludendo, molti sono gli aspetti che devono essere rivisti affinchè si raggiunga un giusto equilibrio tra la cultura che si trasmette (unitarietà dei saperi, valore ineludibile) e la giusta gratificazione monetaria che si dovrebbe ricevere senza elemosinare piu’!!
    Ilaria Ponchio docente scuola primaria (inglese)

  2. Il lavoro dell’insegnante – l’arte di insegnare – è un lavoro complesso e volerlo incasellare è soltanto una operazione socio-politica che nulla ha a che fare con l’insegnamento. Il formatore può avere semplicemente il compito di aggiornare sulle singole discipline gli insegnanti che dopo un po’ di anni devono rinfrescare e aggiornare le proprie conoscenze e competenze. Come successe con il piano nazionale dell’informatica che aveva come obiettivo quello di un cambiamento di paradigma per le discipline. Il dramma fu che il MPI lo incasellò in una nuova disciplina e l’informatica non ha insegnato proprio nulla infatti sui posti di lavoro solo oggi si può dire che abbiamo raggiunto – secondo me poco – nell’informatica distribuita. Tutta la letteratura psicopedagogica ribadisco è mediocre e in molti casi inutile.

  3. Come si può diventare un “bravo insegnante” se i tuoi studenti sono costantemente presi ad utilizzare i loro telefoni, si alzano in continuazione dai posti, rispondono male con parolacce e si prendono delle libertà che vanno oltre le loro competenze?
    Aiutatemi ad aiutarmi …

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