Caro Ministro Salvini, Le Telecamere in Classe Dovrebbe Temerle Lei e Non gli Insegnanti

Caro Ministro Salvini, lei forse pensa che l’idea di una telecamera in classe dovrebbe spaventare i docenti. Non è così.

ministro salvini

Quando metterà una telecamera nella mia classe (o meglio nelle mie classi perché ne ho minimo 5) si renderà conto, perché lo vedrà, della composizione delle classi. Si renderà conto che, ad esempio, ci sono tipo quattro etnie diverse e tre religioni. Che bisogna stare attenti a non mettere vicini di banco serbi e kossovari, ad esempio, o altri popoli in lotta. Si renderà conto che ci sono studenti diversamente abili e vedrà i salti mortali che facciamo per includerli, salvaguardando nello stesso momento la loro privacy.

Vedrà che ci sono i BES, i DSA e i NAI (e se non sa cosa sono farà meglio ad informarsi, altrimenti di quello che vedrà nelle telecamere non capirà un tubo).

Vedrà come, in caso di una verifica, un insegnante ne prepari minimo quattro: una standard, una per i dislessici con caratteri grandi e parole chiave evidenziate e divisione in paragrafi, una per i NAI magari con traduzioni in inglese per chi viene da quei paesi e una per i diversamente abili. Ovvio che ogni verifica avrà diversi parametri valutativi, per i quali abbiamo studiato e ci siamo aggiornati.

Vedrà cosa succede quando, per esempio, c’è in classe un ragazzo cinese che non ha un mediatore che parli la sua lingua. Ha mai provato a parlare con qualcuno che parla solo cinese senza interprete? Così vedrà come questi ragazzi vanno in depressione e come i soldi del MIUR consentano corsi di italiano per loro di DIECI ore.

Lei ministro se tipo fosse emigrato in Turchia dopo dieci ore di lezione di turco pensa che lo parlerebbe bene? Poi si renderà conto di come, ben lungi dall’essere gli insegnanti a mancare di rispetto ai ragazzi, la maggior parte delle volte (99 volte su 100) avvenga esattamente il contrario. Si renderà conto di come ci siano ragazzi autistici che hanno episodi per i quali non siamo formati, ad esempio ricordo un ex alunno che inseguivamo per tutta la scuola per impedire che si facesse del male.

Vedrà che ci sono alunni diabetici ed epilettici per i quali facciamo corsi di primo soccorso per somministrare farmaci salvavita, farmaci che non siamo autorizzati ad amministrare ma lo facciamo lo stesso perché non possiamo certo lasciare i ragazzi senza.

Vedrà come si parla tanto di nativi digitali e di didattica inclusiva ma le sue telecamere inquadreranno scuole in cui manca l’elettricità per far suonare la campanella o la luce nei corridoi.

Metta le telecamere anche in bagno così vedrà che puzzano di topo morto e sono di un degrado incredibile.

Vedrà una classe docente abbandonata a se stessa e che tuttavia ogni giorno lavora dignitosamente. Io al suo posto avrei paura.

Sarà costretto ad aumentarci lo stipendio e a rimangiarsi le polemiche sterili che circondano la figura degli insegnanti. Auguri ministro e ben vengano le telecamere.

Dovrebbe temerle lei non io.

[dal web]

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3 commenti su “Caro Ministro Salvini, Le Telecamere in Classe Dovrebbe Temerle Lei e Non gli Insegnanti”

  1. Come è possibile che una insegnante sia andata fuori tema?
    Sono problematiche diverse e vanno affrontate in contesti diversi.
    Posso fare un esempio banale per semplificare?
    Io domando al mio bambino di 5 anni per quale motivo abbia mangiato senza il mio consenso due merendine 10 minuti prima del pranzo, allora lui mi risponde:
    – Mamma tu mi porti al parco pochissime volte ed io voglio giocare con gli amichetti più spesso –
    Probabilmente il bambino ha anche ragione, ma cosa diavolo c’entra nel contesto in cui voglio sistemare il problema della sua alimentazione?
    Ffffff che noia!

    • Bell’articolo…e non credo proprio sia fuori tema, anzi offre uno sguardo sulla complessità del mondo scuola, spesso poco considerato sotto tutti gli aspetti.
      Credo che sia uno sguardo complessivo e una risposta alla castronerie che il Ministro dell’Interno continua a dire, basate su spot e mezze verità, rivisitate e banalizzate.
      Sicuramente uno Stato SERIO dovrebbe avere cura dell’istruzione e di tutto ciò che le gira attorno, dalla formazione dei docenti, dai servizi, dalle strutture, senza dimenticare l’utenza, che ha la priorità. Tutta l’utenza, senza distinzioni di ogni sorta.

      “L’istruzione è il grande motore dello sviluppo personale. È attraverso l’istruzione che la figlia di un contadino può diventare medico, che il figlio di un minatore può diventare dirigente della miniera, che il figlio di un bracciante può diventare presidente di una grande nazione” (Nelson Mandela)

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