Come ormai è ben noto, le scuole di ogni ordine e grado di tutta Italia saranno chiuse fino al 15 marzo. Non si esclude che la sospensione delle attività didattiche possa proseguire. Insomma, dipenderà esclusivamente dall’andamento della diffusione del coronavirus. Tuttavia, il decreto ha lasciato a casa insegnanti e studenti, ma non il resto dei lavoratori delle scuole. Il personale dell’area amministrativa e il personale ATA, per esempio, devono continuare a svolgere il loro lavoro come di consueto, negli Istituti scolastici.
In particolare, il personale ATA, in molti Comuni italiani, è attualmente impegnato in attività di sanificazione straordinaria. Sanificazioni che, però, devono svolgere senza dei dispositivi di sicurezza, quali mascherine, igienizzanti e guanti monouso. In altre parole, devono fare questa sanificazione straordinaria, ma con gli strumenti sempre utilizzati, nulla di più.
Comunque, molti collaboratori scolastici si stanno ora lamentando – giustamente – per un fatto. Si cerca qualsiasi modo per impedire o almeno ridurre la diffusione del virus e cosa succede? I banchi sono pieni di chewing gum appiccicati. I fazzoletti usati, invece, sono sparsi per le classi, lasciati ovunque e nemmeno buttati all’interno degli appositi cestini della spazzatura.
Per questo motivo, hanno evidenziato la necessità di insegnare, in primis ai ragazzi, la prevenzione. Solo se si collabora tutti insieme, si possono seguire alla lettera le indicazioni del Ministero della Salute. Queste abitudini, tuttavia, non devono essere insegnate e utilizzate solo in classe. È necessario che vengano rafforzate anche a casa e negli altri luoghi chiusi. Dunque, appare più che mai fondamentale formare insegnanti, dirigenti scolastici, personale ATA e studenti, affinché non tornino in auge le vecchie abitudini, una volta che le scuole saranno riaperte. Se dovesse succedere nuovamente ciò, è chiaro che tutti gli interventi di sanificazione di questi giorni sarebbero sprecati. Di conseguenza, il virus potrebbe diffondersi ancora una volta.