Critica Pesantemente L’Operato di un’Insegnante che Ricorre al Tribunale, La Sentenza Arriva Dopo 25 Anni

Sempre più spesso si verificano casi di contrasti fra gli insegnanti e genitori. Sembrano quasi due categorie che si fanno la battaglia da sempre, come il classico gatto e topo. Molti di questi scontri finiscono inevitabilmente in un’aula di tribunale.

Dopo la bellezza di 25 anni la Cassazione ha stabilito che un genitore risarcisse un’insegnante. Il tutto ha avuto inizio nel lontano 1993 nel corso di una riunione nella quale partecipavano i genitori ed i docenti della scuola elementare. Durante il colloquio, la maestra è stata definita con epiteti poco lusinghieri (“mostro”, “soggetto poco raccomandabile” e via discorrendo”). La faccenda però non si è conclusa lì.

sentenza

Il genitore ha proseguito, inviando all’istituto nei mesi successivi due lettere ed un fax nelle quali erano contenute aspre critiche riguardo l’operato della docente. La vicenda è andata degenerando, portando l’insegnante a ricevere una visita psichiatrica medico-legale, ad essere processata  per i reati di maltrattamenti e lesioni personali, interdetta dal pubblico servizio e, infine, trasferita d’ufficio ad altra sede.

Tutta questa vicenda evidenzia una cosa molto importante: genitori e docenti sono due fronti educativi contrapposti. È un dato evidente quello che evidenzia come i genitori siano meno partecipi alla vita della scuola attraverso gli organi collegiali ma, nonostante questo, pretendono sempre di più. Un tempo si discuteva col docente per sapere come andassero a scuola i propri figli, ora invece c’è la pretesa di ottenere un insegnamento personalizzato per ogni alunno.

Con il riconoscimento dei disturbi specifici dell’apprendimento sono aumentati questi casi di richiesta di insegnamento personalizzato, d’altro canto però i docenti che dispongono di una formazione specifica in questo campo sono in minoranza. Quindi come possono accontentare tutti? Eppure i genitori “pretendono” che la scuola li accontenti, che l’istituto quindi fornisca elementi di cui non dispone. La scuola, in questo senso, rischia una vero e proprio patatrac.

L’unico modo di uscire da questa complicata situazione quindi è quella di formare “un’alleanza” tra genitori e docenti. Gli insegnati dovrebbero avere il compito di ascoltare con maggiore attenzione le richieste avanzate dai genitori ma, questi ultimi, dovrebbero comprendere che i docenti sono da soli di fronte a più di 20 alunni con esigenze diverse e spesso non hanno l’opportunità di avere gli opportuni aggiornamenti e formazioni.

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