Il ministro del Lavoro e vicepremier Luigi Di Maio ha annunciato rispondendo al question time al Senato: “La proposta di legge sul reddito di cittadinanza è pronta e stiamo già lavorando in coordinamento con il Mef per gli ultimi dettagli. Avrete modo a breve di discutere di tutti i dettagli della misura in questo ramo del Parlamento”, ribadendo che “è una delle priorità di questo governo”.
Ha poi anticipato che per contrastare gli abusi “ci sarà una banca dati, un sistema informativo unico alimentato con informazioni continue con la registrazione elettronica delle competenze e un fascicolo personale elettronico”. Saranno previste “pesanti sanzioni per chi dichiara il falso e chiede illegittimamente il reddito e anche per i funzionari pubblici che lo assegnano illegittimamente”.
Chi lo avrà, infine, “per due ore al giorno dovrà formarsi, quindi non potrà starsene sul divano”. Sul gap “molto marcato” che registra l’occupazione femminile (da un minimo di 10 punti percentuali in Val d’Aosta a un massimo di 25 in Sicilia), Di Maio ha affermato che sarà data dal Governo una risposta efficace e duratura già nella prossima legge di bilancio. E’ al vaglio anche un intervento per incentivare le nascite: “Pensiamo ad introdurre misure forti per coprire la totalità del costo dell’asilo nido per rendere conciliabili lavoro e famiglia”.
Secondo il vicepremier le coperture saranno “risorse Ue con il fondo sociale europeo e una riorganizzazione dei diversi contributi attualmente frammentati”. Ha poi aggiunto: “Interverremo anche sui privilegi sindacali e nulla osta questo ministero a mettere mano alla pensione dei sindacalisti. La peculiarità dell’ordinamento previdenziale per i sindacalisti consente loro di avere una pensione di privilegio incrementando la retribuzione pensionabile negli ultimi anni di servizio”.
Versare la contribuzione aggiuntiva produce “un incremento delle quote di pensione calcolate ancora con il sistema retributivo ed agganciate allo stipendio degli ultimi anni di servizio”.
D’altra parte “c’è una notevole disparità di pensionamento tra sindacalisti che sono dipendenti pubblici e iscritti ai fondi della gestione previdenziale obbligatoria e sindacalisti che non lo sono: interverremo in maniera risoluta per impedire che questi privilegi siano mantenuti”.
Ha poi concluso: “Non sono ammissibili incrementi anomali e cospicui delle retribuzioni di sindacalisti in un così breve lasso di tempo senza che allo stesso tempo si siano verificate variazioni negli incarichi di dirigenza sindacali conferiti perché questo comporta delle sproporzionate prestazioni a danno della finanza pubblica e dei cittadini”.
