La pandemia mondiale del Covid-19 non ha potuto garantire il corretto svolgimento delle lezione nelle proprie scuole e la Didattica a Distanza è stato l’unico modo per poter continuare a tenere in contatto gli studenti con i docenti.
Quello che si è rivelato subito come una sorta di “tappabuchi” è stato anche il pretesto per vedere migliaia di genitori giudicare l’operato degli insegnanti. A tal proposito è intervenuto il sociologo Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria.
“Mi trovo costretto ad intervenire su una mole di segnalazioni giuntemi da parte di genitori, che hanno lamentato lacune sul sistema di insegnamento a distanza impartito dalla scuola ai loro bambini“, spiega Marziale al Reggino. Le segnalazioni riguarderebbero “metodi di insegnamento e ricadute psicologiche sui figli“, ragion per cui il sociologo si schiera nettamente a difesa della scuola.
“La scuola – continua il Garante – non è soltanto obbligo, è prima di tutto un diritto, che è stato garantito per come meglio si è potuto, in maniera naturalmente difforme da istituto a istituto, ma in un insieme armonico che ha dovuto inventarsi dall’oggi al domani. I genitori, dal canto loro, hanno avuto modo di assistere a lezioni e però rimangono assolutamente non titolati ad esprimere giudizi sui metodi di insegnamento“.
Marziale ringrazia la scuola e definisce l’attuale situazione come “l’occasione storica si presti più a saldare il dovuto rapporto tra famiglia e scuola e non, piuttosto, ad alimentare distanza”.