Non sfugge, a chi lavora nella scuola, che da una decina di anni in qua sono aumentati, e tendono ad aumentare, gli studenti che non producono una grafia chiara, fluida, rasentando talvolta l’illeggibilità del testo.
Movimenti scrittori anomali, come pure la forma e la dimensione dei grafemi, disposizione del testo scritto senza rispettare lo spazio del foglio, pressione non ben regolata, o troppo forte o troppo debole, impugnatura della penna e postura scorretta, sono alcuni degli aspetti che producono una scrittura lenta , stentata o elevatamente veloce, da comprometterne la leggibilità.
Tali difficoltà, che un tempo venivano definite “brutta scrittura” ed erano associate a poca voglia di studiare, confluiscono, oggi, in un termine ben preciso: DISGRAFIA.
La disgrafia è un disturbo specifico dell’apprendimento scolastico riconosciuto dalla Legge 170/2010 che si manifesta in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, che riguarda esclusivamente il grafismo e non la correttezza ortografica, anche se si potrebbero avere delle ripercussioni sull’aspetto ortografico in quanto l’alunno, concentrandosi sull’esecuzione dei grafemi, potrebbe “perdere di vista” l’aspetto ortografico.
Quindi, nessuna connessione con la poca voglia di studiare e di impegnarsi. Trattandosi di disturbo della grafia, questo è apprezzabile solo quando l’alunno dovrebbe aver acquisito l’automatismo della grafia che di solito si verifica durante la terza classe della Scuola Primaria.
È possibile però, coglierne i primi segnali predittivi fin dalla scuola dell’ infanzia:
- eccessivo rifiuto di attività grafomotorie come disegnare, colorare,tracciare linee dritte e curve;
- difficoltà nel piegare, strappare e appallottolare e ritagliare fogli;
- difficoltà a collocare oggetti nello spazio e a posizionarsi sul foglio;
- difficoltà ad eseguire piccoli lavoretti manuali;
- ritardo nell’acquisizione dell’autonomia personale;
- confusione nella preferenza della mano;
- postura scorretta.
Il ruolo della scuola dell’infanzia risulta, quindi, molto importante non solo per una precoce identificazione del disturbo/difficoltà, ma anche e soprattutto per impostare una didattica adeguata nell’ottica della prevenzione.
Attraverso specifiche attività, si andranno a perfezionare tutte le abilità necessarie che gli consentiranno, una volta giunto alla Scuola Primaria, di scrivere: saranno attività che considereranno l’orientamento spaziale (sopra/sotto – dentro/fuori/ – alto/basso); gli aspetti temporali ( prima/dopo); gli aspetti motori, soprattutto delle dita e della mano concentrandosi poi sulla corretta prensione dello strumento scrittorio, la coordinazione oculo-manuale.
La scrittura, intesa come gesto grafico, rappresenta un’attività fondamentale per lo sviluppo delle facoltà cognitive del bambino e, in quanto tale, va aiutata, incentivata, favorita.
Come posso avere maggiori informazioni per superare il problema?
A 12 anni si puo porre rimedio alla disgrafia?