Dissenso dei Presidi allo Stop alla Chiamata Diretta, Tolta la Possibilità di Scelta dei Docenti Più Adatti agli Alunni

Appena siglato l’accordo Miur-sindacati sulla cancellazione della chiamata diretta degli insegnanti, questo ha già ricevuto un gran numero di consensi; coloro che risultano però contrari sono proprio i presidi, o per meglio dire, l’Anp, sindacato dei dirigenti scolastici.

Il presidente dell’Anp Antonello Giannelli interviene infatti con queste parole: “ancora una volta si pretende di modificare una norma di legge imperativa con un accordo contrattuale tra parti, cosa che nel nostro ordinamento non sarebbe consentita. Se il parlamento ha fatto una legge come fanno due parti a decidere che questo istituto va abbandonato?”.

dissenso dei presidi
in foto: Antonello Giannelli

Giannelli punta anche sull’effetto negativo che tale abrogazione avrebbe sull’utenza, anche se ormai l’istituto sembrava pressoché privo di contenuto. Egli dice infatti che i dirigenti scolastici non sono “innamorati di questo istituto in quanto tale, questa abrogazione può far comodo anche ai presidi che hanno un obbligo in meno, il problema è che fa male all’utenza”. E aggiunge: “L’istituto della chiamata diretta era positivo: consentiva di scegliere i docenti più adatti per l’offerta formativa della scuola, permetteva insomma di adattare il servizio alle esigenze dei ragazzi. Tuttavia è stato svuotato di contenuti perché, per mezzo di accordi, si è consentito ai docenti di spostarsi e accedere alla mobilità straordinaria e questo ha portato via dalle scuole gran parte dei docenti che i dirigenti avevano scelto, spesso rinunciando alle loro ferie”.

E sottolinea quanto gli “aggiramenti” o i rifiuti nell’applicare la norma della chiamata diretta, non nell’anno dell’entrata in vigore di quest’ultima ma dal successivo, abbiano portato ad una decadenza degli aspetti positivi della norma stessa e quindi di conseguenza alla nascita dell’accordo siglato ieri. Egli infatti dice che “nel 2016 molti dirigenti rinunciarono alle ferie ma poi ai primi di settembre, grazie ai contratti sulla mobilità, i docenti scelti se ne andarono e quindi l’istituto giuridico della chiamata diretta è stato già allora svuotato di contenuto; lo stesso è avvenuto anche lo scorso anno. Oggi hanno voluto sancirlo”.

Per cui Giannelli dà una sua opinione riguardo all’idea che sta alla base della decisione del Miur in accordo con i sindacati, dicendo “Il servizio scolastico per chi esiste? Se non vogliamo un miglioramento della qualità del servizio basta che ne siamo consapevoli. Evidentemente, il Miur ha l’idea che l’istituto della chiamata diretta non dia un vantaggio alla qualità del servizio”.

Anche se bisogna ammettere che si ha l’impressione che tale operazione a costo zero di abrogazione dell’istituto della chiamata diretta sia stata necessaria sul piano politico. Essa infatti andrebbe a costituire un primo passo in risposta a chi ha portato al governo M5S e Lega.

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