I voti? Sono inutili, meglio abolirli, creano troppa ansia negli studenti!
Questa è la proposta che è stata ventilata in questi giorni. Ecco, a quanto pare in nome di una maggiore inclusività bisogna fare a meno delle verifiche, delle interrogazioni, dei compiti in classe, di tutto ciò che insomma «provoca ansia» negli studenti! Io sono la prima a dire di non fossilizzarsi troppo su questi benedetti voti perché la scuola è molto di più di un semplice voto. Però, e sì c’è un però, anche i voti hanno la loro utilità. L’impegnarsi per passare un esame richiede fatica. Insegna ai giovani, nell’era del “tutto e subito”, l’arte della pazienza, la perseveranza.
Ecco, vi ricordate quando la sera prima di un’interrogazione ci si riuniva con i compagni per fare un bel ripasso? Alcuni dei miei più bei ricordi del liceo sono legati proprio ai momenti di studio con i miei compagni prima di un esame. Erano momenti di dialogo, di condivisione, momenti in cui ci si riuniva per parlare e confrontarsi, cosa che oggi i ragazzi non sembrano più in grado di fare.
Ma i voti creano ansia, obiettano alcuni, perché i ragazzi vivono un brutto voto come un insuccesso personale. Ecco, è proprio questa la cosa che non riesco a capire. Vi è questa idea che i ragazzi siano troppi fragili, che non possano gestire un piccolo insuccesso! Sono gli stessi che dicono: i ragazzi non possono capire i classici, sono troppi difficili! E allora eliminiamoli dal programma, no? Oppure «semplifichiamo i libri di testo» perché altrimenti i ragazzi fanno fatica a comprenderli.
E sì, la scuola deve farti capire che se prendi 4 non significa che vali 4, ma deve anche educarti a gestire le sconfitte, i piccoli insuccessi personali. Ma soprattutto la scuola deve avere fiducia nei ragazzi! Dobbiamo smetterla di trattarli come idioti, altrimenti diventeranno davvero degli idioti! I giovani possono fare tutto, ma cavolo dobbiamo dare loro un po’ di fiducia! E voi che ne pensate?
Guendalina Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X
