Lo scorso ottobre un bimbo di 6 anni, mentre era a scuola, cadde nel vuoto da un’altezza di 10 metri dopo essere salito in piedi su una sedia per sporgersi dalla tromba delle scale. Il piccolo morì tre giorni dopo.
Ora le due insegnanti e la collaboratrice scolastica presenti quel giorno sono state giudicate responsabili dell’accaduto “per colpa consistita in negligenza, imprudenza, imperizia e inosservanza delle norme”. Da quanto è emerso il bambino aveva chiesto di andare in bagno e la maestra, certa che la bidella lo avrebbe tenuto d’occhio, gli aveva dato il permesso. Purtroppo una volta fuori dall’aula il piccolo sarebbe salito in piedi su una sedia e si sarebbe affacciato dalle scale “presumibilmente incuriosito dal vociare”. Poi il tragico volo.
Nella conclusione delle indagini è riportato che la maestra e l’insegnante di sostegno avrebbero “omesso la dovuta vigilanza sul bambino” permettendogli di “recarsi ai servizi igienici fuori dall’orario programmato”, violando così il regolamento scolastico.
Per la bidella invece l’accusa è di “non avere prestato servizio nella zona di competenza secondo la mansione assegnatale” e di “non avere vigilato sulla sicurezza ed incolumità dell’alunno (…) in particolare nello spostamento per recarsi ai servizi, per avere utilizzato il telefono cellulare per scopi personali durante il tempo in cui avrebbe dovuto effettuare la sorveglianza al piano”.