Quando i Genitori Correggono i Compiti dei Figli con la Penna Rossa

Durante i primi anni di scuola primaria di mio figlio Marco, mi è capitato di correggere i compiti dei figli con la penna rossa.

L’ho fatto in buona fede, pensando di fare come la maestra e catturando meglio, in questo modo, la sua attenzione, infatti se avessi corretto gli errori con la penna nera, lui non se ne sarebbe neppure reso conto.

In seguito, parlando per caso dei figli e della scuola, con una mia amica insegnante, sono stata “bacchettata”.

La mia amica, infatti, sosteneva che sbagliavo a correggere con la penna rossa gli errori di Marco, mi ha detto: “ E’ bello che un genitore segua l’attività scolastica del figlio, che si legga e si corregga insieme il quaderno, ma Daniela tu devi fare la mamma e non la maestra, rimani nel tuo ruolo, la penna rossa la deve usare solo la maestra, attraverso la correzione, l’insegnante valuta l’apprendimento di tuo figlio, non sostituirti a lei”.

correggere i compiti dei figli

Da quel momento non ho più corretto i quaderni di Marco, quando proprio non potevo farne a meno, perché notavo errori “enormi”, ho invitato Marco a rivedere attentamente il suo quaderno affinchè notasse i suoi errori.

Ma noi genitori dobbiamo correggere i compiti dei nostri figli? Oppure la correzione deve essere una esclusiva dell’insegnante?

Noi genitori ci dobbiamo limitare solo a controllare che i compiti assegnati siano stati eseguiti ? E’ giusto rispiegare, far esercitare i figli a casa, pur non utilizzando, a casa, lo stesso metodo dell’insegnante?

Come possiamo noi genitori, da casa, cercare di aiutate i nostri figli e al tempo stesso collaborare con l’insegnante ?

Penso che molti genitori, come me, ogni giorno si facciano queste domande e con il buon senso, cerchino di darsi delle risposte.

Cosa ne pensate? Credete sia giusto segnalare gli errori nei quaderni dei propri figli o è un ruolo esclusivo del docente? Fatecelo sapere nei commenti dell’articolo.

 

Daniela Capaldo, mamma blogger di MAMME COME ME

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7 commenti su “Quando i Genitori Correggono i Compiti dei Figli con la Penna Rossa”

  1. Mamma e maestra non mi è mai venuto in mente di correggere i compiti dei miei figli; controllavo che li avessero svolti, nel caso ci fossero errori li invitavo semplicemente a rivedere l’esercizio o a cercare un aiuto sul testo o sul quaderno. Penso che i compiti siano un momento in cui i bambini si misurano con quanto hanno appreso, compreso e assimilato e per me, come maestra, sono un modo per valutare quanto i bambini sanno fare da soli e in un contesto diverso da quello della classe. Personalmente invito i genitori a lasciar fare i compiti ai bambini in completa autonomia e poi la correzione la facciamo in classe tutti insieme così gli errori diventano lo spunto per rivedere insieme le cose non chiare. Non credo che il ruolo dei genitori sia quello di sostituirsi agli insegnanti ma quello di accompagnare i bambini verso l’essere sempre più autonomi e responsabili nel compiere i propri doveri, compiti compresi. Trovo sempre più genitori che costantemente affiancano i figli nei compiti per “seguirli”; personalmente sono più favorevole a seguire i bambini a distanza rispondendo solo a loro eventuali richieste di supporto, ritengo infatti che l’educazione all’autonomia personale vada perseguita fin da piccoli dando fiducia alle grandi risorse che i bambini hanno in sé.

  2. Secondo me è la maestra che deve correggere i compiti dei bambini, anzi i compiti a casa dovrebbero essere esercitazioni che permettono al bambino di autocorreggersi. Compito dei genitori è quello di seguire i propri figli nello svolgimento dei compiti, accertarsi che li eseguano senza interferire. L’insegnante segue un metodo ben preciso e di conseguenza sa come condurre i propri alunni all’acquisizione di competenze.

  3. Io penso serva buon senso ed equilibrio. Segnalare un errore, correggerlo o aiutare il bimbo a ricordare una regola può essere utile, non è sostituirsi all’insegnante secondo me. È una questione di misura. Ci sono bambini che sapendo che” tanto ci pensano poi in classe” non si impegnano a cercare l’errore e correggerlo per cui il compito non diventa un reale momento di esercizio. La mia esperienza mi fa dire che dipende dai bimbi, dal loro carattere e dalle loro esigenze.

  4. Lasciate che gli insegnanti siano messi in condizione di svolgere in classe con i bambini il proprio lavoro ,non sostituitevi ad essi.Il linguaggio,il metodo con cui un insegnante educa ed insegna deve essere sempre lo stesso;
    Altrimenti,seppur in buona fede si rischia di confondere gli apprendimenti dei bambini.Ad ognuno il proprio ruolo.

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