Anche se nell’ultimo periodo il comportamento scolastico sembra non essere dei migliori, prendendo in considerazione le ultime vicende di bullismo nei confronti dei docenti, è bene sapere una cosa: i docenti, al consiglio di classe, godono di ampia autonomia nel giudicare il comportamento degli alunni.
Questo si traduce nel fatto che i docenti possono basarsi, per attribuire il voto in condotta, anche su vicende esterne rispetto l’ambito scolastico come, ad esempio, il comportamento sui social.
Una ragazza infatti, riporta la sentenza 6508 del Tar Campania dell’8 novembre, un alunna avrebbe preso il 7 in condotta al termine dell’anno scolastico. Ad essere determinante nella valutazione non è stato solo il comportamento a scuola, ma quello su WhatsApp.
Nella chat infatti la ragazza avrebbe insultato una sua compagna. I genitori hanno difeso la ragazza dichiarando che i fatti sono accaduti fuori dalla scuola e al di fuori dell’orario scolastico.
Bisogna considerare però che la ragazza non è stata penalizzata in ambito scolastico: non ha ricevuto infatti nessuna sanzione disciplinare e non ha subito nemmeno un abbassamento dei voti. La ragazza infatti è stata promossa con la sufficienza.
Il 7 in condotta infatti non deve essere considerato come voto negativo e quindi motivo di bocciatura, poiché con l’articolo 2 del Dm 5/2009 il Miur ha fissato la sufficienza, per quel che riguarda la condotta, a 6.
Quindi il comportamento degli studenti dovrebbe essere adeguato non solo in ambito scolastico ma anche fuori. Il compito della scuola infatti è anche quello di saper educare gli studenti ad una civile esistenza all’interno della società.